“Provenzano è morto. Mi auguro che adesso non venga santificato o trasformato in un mito, un “capo dei capi” da celebrare. Sono sicuro che lo Stato impedirà un sontuoso funerale, magari proprio a Corleone”. Lo dichiara il sen. Giuseppe Lumia, capogruppo Pd in commissione Giustizia e componente della commissione Antimafia.
“Provenzano è morto e con lui alcuni dei principali è più importanti segreti di Cosa nostra. – ricorda – Quelli, ad esempio, sulle collusioni con le “alte sfere” della politica e dell’economia. Provenzano è stato un boss dai mille volti. E’ stato Provenzano “u tratturi”. È questa una delle facce del boss, quella dell’ uomo estremamente violento che passa sopra tutto e tutti. È stato infatti il responsabile di centinaia di delitti, operativo nella strage di Viale Lazio, uno dei principali mandanti delle stragi di mafia del ’92/’93 e dei più efferati delitti”.
” Poi c’è Provenzano “u ragionieri”. Immagine opposta, ma non in contraddizione con la prima – aggiunge – Uomo abile politicamente a costruire relazioni con gli apparati, con la politica, rappresentante di una corrente di Cosa nostra, magari diversa dallo stesso Riina, ma mai in contrapposizione a lui”.
“E ancora – prosegue – il Provenzano che ha saputo trattare con lo Stato, reggere l’intricato rapporto con i servizi, guidare una difficile transizione di Cosa nostra verso quella attuale, che preferisce gli affari e le collusioni con le istituzioni piuttosto che gli omicidi e le stragi. Senza mai dimenticare che quando è necessario colpire non si è mai tirato indietro, come molti fatti dimostrano, compresa la decisione di eliminarmi”.
“Manca invece – sottolinea Lumia – il “Provenzano collaboratore”. Forse sarebbe stato impossibile, ma con i miei occhi e con le mie orecchie nel carcere di Parma a 30 centimetri di distanza ho colto in Provenzano un’apertura senza precedenti. Un’apertura che lo Stato doveva verificare fino in fondo, piuttosto che scatenare polemiche, fughe di notizie e divisioni”.
“Nonostante la morte di Provenzano – conclude il senatore Pd – Cosa Nostra continua, va avanti con lo stesso Riina, Matteo Messina Denaro e i tanti boss “fine pena” che sono ritornati ad “infestare” il territorio”.


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