Nessuna tentazione di voto anticipato, come velatamente accusa Renzi, e nessuna preclusione al dialogo con il centrodestra, se «farà chiarezza» sul nome di Berlusconi, che non può essere sul tavolo. Simona Malpezzi, capogruppo del Pd al Senato, dà appuntamento alla riunione della direzione e dei gruppi del Pd di giovedì prossimo per fare il punto su «metodo, profilo e scenari», annuncia che lì «il segretario chiederà un mandato forte per guidare tutta la nostra comunità in questo snodo cruciale» e avverte: «Nessuno può darci lezioni di responsabilità».
Partite svantaggiati nei numeri e dal centrodestra già avvertono: niente veti nemmeno su Berlusconi.
«Noi abbiamo sempre parlato di metodo condiviso per arrivare a un nome non divisivo, di alto profilo, europeista. Mai come in questo momento c`è bisogno di eleggere un presidente con la maggioranza più ampia possibile. Il nome di Berlusconi non favorisce questo metodo».
Salvini chiede un tavolo.
«In una fase così mi immagino un tavolo condiviso ma, per sedersi tutti insieme c`è bisogno, appunto, di un metodo condiviso che porti ad un profilo non di parte. Quindi prima Salvini dovrebbe fare chiarezza con il centrodestra sul nome di Berlusconi».
Renzi apre a Draghi, ma con un accordo preventivo per l`oggi e il futuro, anche sul governo: è d`accordo?
«Diciamo dall`inizio di questa fase, in cui mai abbiamo fatto nomi, che l`elezione del capo dello Stato deve avvenire mettendo al contempo in sicurezza la continuità dell`azione di un governo che sta facendo molto bene. A prescindere dai nomi».
Secondo Renzi il Pd potrebbe non disdegnare un voto anticipato, per «evitare congresso e primarie».
«Il Pd è stato ed è il partito che con più serietà sostiene il governo. Abbiamo chiarissimo l`orizzonte che si profila per il nuovo anno: gestione della pandemia, attuazione del Pnrr, le sfide europee come la riforma del patto di Stabilità. Pei tutte queste ragioni riteniamo che la legislatura debba concludersi alla sua scadenza naturale. Il Paese ha bisogno di stabilità anche perché sta crescendo. Sulla responsabilità Pd non prende lezioni».
Sempre Renzi accusa: con la scusa del voto sulla legge Zan il Pd lo ha allontanato per far rientrare D`Alema.
«Se la maggioranza che ha approvato il ddl Zan alla Camera fosse rimasta compatta anche al Senato, oggi avremmo quella legge. E non vedo cosa c`entri con le parole di D`Alema, a cui Letta ha risposto in maniera inequivocabile. Mi dispiace che chi dal Pd è uscito – si chiami D`Alema o Renzi – continui a dire cosa il Pd dovrebbe fare soprattutto in un Momento in cui, grazie anche al lavoro importante con le Agorà, il Pd sta proprio facendo il Pd: perno di un campo progressista e riformista, capace di parlare a più mondi possibili».
Un Mattarella bis?
«La scelta di non partire dai nomi vale ancora di più se il nome che si prova a mettere sul tavolo è quello del presidente Mattarella. Per quello che rappresenta e per le parole chiare che ha detto».
Il governo ha varato il nuovo decreto Covid ma con molte divisioni.
«Riteniamo che l`obbligo generalizzato sia la strada migliore, prevederlo sopra i 5o anni è un buon risultato, la Lega era contraria. Sulla scuola serve che i tracciamenti funzionino davvero, con canali preferenziali per i tamponi, e accompagnare i genitori dei più piccoli verso il vaccino. L`adesione nella fascia 5-n è troppo bassa».
Ma questa maggioranza può reggere fino al 2023?
«Regge se tutti sono responsabili e si ricordano che l`obiettivo per cui è nata è portare il Paese fuori dalla pandemia e farlo ripartire economicamente. Abbiamo già raggiunto molti risultati ma c`è ancora tanto da fare».