«Non faccio una graduatoria sui diritti civili, però senza una norma sul doppio cognome dopo la sentenza della Consulta si rischia un vuoto normativo che porta a grande confusione: è urgente farla. Sarebbe inoltre incomprensibile se naufragasse il fine vita, dopo essere già stato approvato alla Camera: ora è al Senato per il via libera». Simona Malpezzi è la capogruppo dem a Palazzo Madama. Ripete che il Pd non ha certo colpe per il naufragio del ddl Zan, perché una mediazione l`ha cercata.

Malpezzi, tante battaglie per nulla: i diritti civili vengono sempre dopo, e per l`ennesima volta le leggi in discussione in Parlamento rischiano di naufragare?

«Per noi dem diritti civili e sociali vanno di pari passo. I pilastri sono, insieme, diritti civili, giustizia sociale e sostenibilità ambientale. Però non possiamo dettare l`agenda del Parlamento perché siamo solo il 12% dei parlamentari: possiamo spingere».

Ma avete fatto affossare il ddl Zan?

«Sono altri che l`hanno affossato. Fino all`ultimo noi dem abbiamo proposto soluzioni che altri hanno respinto impedendo una legge di civiltà, tanto che le urla sguaiate di gioia e gli applausi scomposti della destra in aula sono stati la rappresentazione plastica del fatto che la destra quella legge non l`ha voluta e non la vuole. Tuttavia non molliamo: lavoriamo per approvare in questa legislatura una legge contro i crimini d`odio».

Quale riforma sui diritti civili dovrebbe avere la priorità?

«Non faccio una graduatoria sui diritti, però dopo la sentenza della Consulta sul doppio cognome si rischia il vuoto normativo, e il Pd ha presentato una proposta che dà risposte: la legge è urgente. Sarebbe inoltre incomprensibile se la legge sul fine vita non andasse in porto, essendo già stata approvata alla Camera. La commissione Giustizia del Senato è stata congestionata da provvedimenti, ma adesso la riforma del Csm passa all`aula, e quindi ci sarà lo spazio per lavorare con serenità su fine vita, ergastolo ostativo e doppio cognome».


Ne Parlano