Ogni anno con l’arrivo dell’estate il dibattito pubblico torna sul tempo estivo per bambine e bambini e sulle difficoltà per le famiglie. Il tema è stato oggetto di una petizione (da noi accolta e sostenuta) presentata pochi mesi fa in Senato dall’organizzazione WeWorld e da due importanti attiviste come Sarah Malnerich e Francesca Fiore, che ha sollecitato una modifica del calendario scolastico. Una petizione che analizza il nostro tempo scuola, che ci vede oggi tra i Paesi con più ore di lezione in Europa, e con la pausa estiva più lunga, spesso causa di riduzione di competenze per tutte le studentesse e gli studenti. Una sollecitazione che richiama l’ulteriore urgenza di garantire anche durante l’estate un presidio di attività educative a favore dei nostri bambini e delle nostre bambine perché non tutti gli studenti tornano uguali a scuola al termine delle vacanze estive. Chi ha avuto l’opportunità di poter frequentare centri estivi o svolgere altre attività ritorna più arricchito rispetto a compagni privi di analoghe opportunità, spesso per le condizioni economiche delle proprie famiglie. Un’ingiustizia che ci sollecita a mettere in campo delle soluzioni che prendano atto della problematicità che pone oggi la struttura di un calendario scolastico nato in una società profondamente mutata rispetto all’attuale. Vorremmo provare a favorire un confronto serio su questo tema con il mondo della scuola, le famiglie, le amministrazioni locali, il terzo settore, per lavorare insieme a soluzioni praticabili che valorizzino obiettivi educativi e ricreativi insieme e che tengano conto della specificità dei singoli territori. Una risposta non occasionale può risiedere, secondo noi, nel modello della comunità educante. Un progetto educativo che, attraverso i patti educativi territoriali ed il coinvolgimento di educatori, pedagogisti, mondo associativo, enti locali, terzo settore, reti di scuole, può garantire tutto l’anno azioni educative a favore degli studenti, offrendo attività educative o ricreative in base ai momenti dell’anno, con il coinvolgimento di soggetti capaci di farsi carico dei diversi bisogni delle comunità. Attività che si svolgono costantemente in molte parti del nostro Paese che necessitano di risorse strutturali per avere continuità. Il Partito Democratico ha presentato da tempo una propria proposta di legge – in discussione al Senato – diretta a garantire un finanziamento stabile ai patti territoriali di comunità. Uno strumento concreto per conciliare i diritti dei bambini, le aspettative delle famiglie, l’organizzazione del mondo della scuola, offrendo attività educative in ogni momento dell’anno, anche nel periodo estivo producendo un cambiamento positivo di cui da tempo si sente il bisogno. Chiediamo al governo di farsene carico e aprire un confronto su quella proposta per la quale manca solo lo stanziamento economico. Sarebbe il modo reale e concreto di dimostrare che si hanno davvero a cuore gli interessi dei bambini e delle bambine. Non solo a parole ma nei fatti con azioni concrete e strutturali. Quelle di cui il mondo della scuola ha da sempre reale bisogno.


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