“L’ultimo rapporto di Save The Children sui divari nell’offerta dei
servizi educativi è impietoso. Nonostante le risorse del PNRR le differenze si
allargano. L’Italia è uno dei Paesi in cui il tasso di povertà infantile è sopra la
media europea: nel 2022, gli under18 a rischio di povertà erano il 25,4% del totale
dei minorenni, a fronte di una media europea significativamente più bassa e ferma al
19,3%. Abbiamo strumenti per affrontare questa situazione: potremmo mettere insieme i
fondi del PNRR, quelli del piano nazionale per l’attuazione della Child Guarantee e
le esperienze che si realizzano sul territorio. In questo modo si rafforzerebbe il
progetto di comunità educante che è uno strumento prezioso contro le disuguaglianze.
Lo Stato finanzi le reti di progetti che aiutano i territori a risolvere i problemi
che hanno; non progetti calati dall’alto ma che nascono nelle realtà territoriali.
Mentre si parla tanto di autonomia, il governo non fa nulla per valorizzare le
singole esperienze che sui territori, a livello educativo, sono in grado di
contrastare le differenze e dare a tutti gli stessi diritti”. Lo scrive in una nota
Simona MALPEZZI, vice presidente della commissione bicamerale infanzia e
adolescenza.”Peraltro, prosegue MALPEZZI, siamo molto preoccupati perché proprio in
relazione all’attuazione della Child Guarantee, il governo sta facendo il pesce in
barile. Dopo il cambio ai vertici, tutto tace. Le mense scolastiche, per esempio,
dovevano diventare un servizio pubblico essenziale con tanto di relativo livello
essenziale delle prestazioni (LEP). Il Piano prevedeva di garantire gradualmente
l’accesso gratuito a tutte le bambine e i bambini a partire da quelli appartenenti a
nuclei familiari in povertà assoluta, con Isee inferiore a 9.500 euro già a partire
dall’anno scolastico 2022/23 e di arrivare alla gratuità per tutti entro il 2030. Non
è stato attuato neppure un passaggio. Non c’è alcuna giustificazione per la mancata
realizzazione ed è grave che neppure vengano indicate nuove tempistiche. L’Italia ha
un Piano già finanziato da oltre 734 milioni di euro, da qui al 2030, per contrastare
la povertà minorile. È sostanzialmente fermo, perché il Governo Meloni non sta
facendo praticamente nulla”.