“Aspettiamo il testo ufficiale del dl sul contrasto al disagio giovanile tuttavia, ci preoccupa l’impostazione che sta emergendo o sulla quale si sta enfatizzando e che sembra essere solo sanzionatoria e punitiva. Mi domando da quale confronto sia nata la proposta e se siano state coinvolte le realtà che si occupano davvero dei minori”. Lo scrive Simona Malpezzi, senatrice del Pd. “La lotta contro il disagio, la povertà educativa, l’abbandono scolastico – aggiunge – deve essere una priorità assoluta per le istituzioni ma non può limitarsi alla sola repressione, deve fondarsi anche sulla prevenzione e sulla promozione di nuove politiche educative e sociali che prevedano ingenti investimenti. Si tratta di una battaglia culturale che deve partire dalla scuola ma che si deve allargare necessariamente alle comunità. Il governo si confronti con gli esperti, con il terzo settore, le associazioni professionali; ascolti finalmente chi lavora con i minori, soprattutto, nelle realtà più fragili del Paese. Noi lo stiamo facendo con l’intergruppo per le professioni educative di cui sono Presidente: per capire i fenomeni e le azioni necessarie ad affrontarli è indispensabile parlare con chi se ne occupa ogni giorno. Il governo cominci a confrontarsi con noi e con chi si sta occupando di disagio giovanile da tempo senza ricorrere a interventi spot. Servono misure strutturali per gli interventi educativi e sociali, bisogna mettere più risorse per gli organici e rafforzare la comunità educante con la costruzione di reti che, partendo dalle scuole, che fanno fatica da sole, mettano insieme enti locali, realtà sportive, associazioni, parrocchie, fondazioni, servizi sociali, terzo settore per sviluppare progetti educativi. Dobbiamo costruire un sistema integrato tra servizi educativi, sociali, culturali che offra prospettive diverse ai ragazzi. Davvero il governo pensa siano sufficienti le sanzioni?” Pol-Afe 20230906T170343Z


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