Con la manovra il governo “lascia sole le
imprese” già colpite dal forte calo della produzione e “aggredisce la
spesa pubblica” mettendo a rischio il sociale e la sicurezza. Così in
un’intervista all’Adnkronos il senatore Pd Daniele Manca commenta il
ddl sulla scia delll’audizione di ieri del ministro dell’Economia
Giancarlo Giorgetti in Parlamento.
Parlamentare di lungo corso della commissione Bilancio a Palazzo
Madama, secondo Manca “il punto più debole del provvedimento è
l’assenza di politiche economiche ed industriali, di un’idea sviluppo,
tanto più che il paese si trova davanti ad una situazione di forte
calo della produzione industriale nell’ordine del 4% su anno, oltre
alla contrazione in Germania e al rischio di dazi da parte degli Usa
con la presidenza di Donald Trump”.
Con questa situazione, incalza, “sarebbe stato necessario aprire una
stagione di confronto su salari e produttività con tutti i corpi
economici e invece si continua a pensare di farcela senza nessun
incontro, patto sociale o piano sviluppo”. Per Manca in particolare
“delude la risposta di Giorgetti in audizione secondo il quale ‘le
politiche industriali le fanno gli imprenditori e lo Stato può
aiutare'”. Invece “di un patto per capire come sostenere i
cambiamenti, si lasciano gli imprenditori nella solitudine e si fanno
operazioni di mera ragioneria che a questo punto – dice il senatore
provocatoriamente – può fare la Ragioneria generale ma le aziende ci
chiedono politiche industriali”. Secondo ‘vulnus’ della manovra secondo l’esponente Pd
sono poi i tagli lineari alla spesa pubblica. “C’è un’aggressione al
pilastro pubblico insostenibile: se mettiamo il blocco del turnover la
pa sarà sempre meno efficiente, inoltre i tagli mettono a rischio
sicurezza, trasporti (servirebbe 1 mld e invece ci sono 100 milioni)
ma anche le politiche sociali dei Comuni che a causa dei tagli
dovranno ridurre i servizi, come l’infanzia”.
Tutt’altro interventismo invece sul fronte fiscale da parte del
governo, dice sarcastico il senatore. “Sul fisco invece sono
velocissimi e spregiudicati a lavorare con concordati e ravvedimenti
che con il tempo demoliscono i pilastri del sistema fiscali che sono
la fedeltà e progressività”. Il tutto con rischio di “grandi errori”
nelle stime perché “io temo che nel lungo periodo il gettito sarà
calante ma questo governo pensa al consenso immediato e far cassa nel
breve periodo”, conclude Manca.