“Questo documento di finanza pubblica è senza visione, dannoso per il nostro Paese e senza prospettive per le giovani generazioni e quando si negano le prospettive si mangia il futuro di un Paese che ha invece bisogno di investire sulle risorse umane, sulla ricerca, sulla competitività e sulla produttività per aspirare alla piena e buona occupazione”. Lo ha detto il senatore Daniele Manca, capogruppo del Pd nella Commissione Bilancio, nel suo intervento in Aula sul Dfp.
“Innanzitutto una questione di metodo – ha detto Manca – noi riteniamo che il governo abbia scelto una strada tecnica del tutto illegittima sul piano istituzionale perché non ha un’idea per lo sviluppo industriale del Paese e per la coesione sociale. Bisognava rispettare le regole e avviare normalmente il ciclo di bilancio, dando al Parlamento la possibilità di discutere nel merito delle proposte, non basta una direttiva a legislazione vigente per evitare di presentare un vero Def. Tanto più perché non siamo in una situazione ordinaria, ma in un contesto straordinario, alle soglie della terza crisi economica globale scatenata dalla battaglia dei dazi di Trump. In questo Dpf non c’è un’idea su come l’Europa e l’Italia dovrebbero affrontare questa crisi. La verità è che la destra ha deciso di affidarsi alla Ragioneria dello Stato anziché alla politica perché non ha una visione e perché la maggioranza è divisa. Chi sta pagando la scelta del governo di affidarsi all’avanzo primario e all’efficienza del rating? I lavoratori dipendenti. C’è un fiscal drag di 25 miliardi a loro carico. La destra sta tradendo il programma di mandato, sta sgretolando i diritti fondamentali quali quello alla salute e alla sanità pubblica. Senza un nuovo patto sociale, senza aprire una riflessione sulla restituzione del potere d’acquisto ai salari e senza recuperare produttività non ci sarà l’aumento dei consumi interni su cui il governo punta. Una crisi globale – conclude Manca – si affronta con più Europa, non con meno Europa , così l’Italia va in recessione e noi non possiamo permettercelo”.