‘Ho chiesto al Presidente del Senato Pietro Grasso di sollecitare il Governo affinché venga data risposta a una mia interrogazione presentata il 18 marzo scorso e successivamente riproposta il 5 maggio. Tema delle mie interrogazioni è l’indagine giudiziaria condotta dalla procura di Bologna a proposito di vari reati tra i quali la ricettazione di opere d’arte’.
E’ quanto afferma il senatore del Partito Democratico Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani a Palazzo Madama.
‘Nel corso di quell’inchiesta veniva indagata come persona informata dei fatti, una farmacista, Vera Guidetti – sottolinea l’esponente pd – del corso di una pausa dell’escussione, durata un tempo lunghissimo e connotata, secondo alcune testimonianze, da un clima particolarmente pesante, la testimone accompagnava alcuni ufficiali di polizia giudiziaria nel proprio appartamento e consegnava loro della merce di origine considerata sospetta. A questo punto la posizione della farmacista era inequivocabilmente e radicalmente mutata, ma l’interrogatorio successivo avveniva, e per molte ore, senza la presenza di un difensore. Nelle ore successive la farmacista decideva di togliersi la vita e di sopprimere l’anziana madre, da anni non autosufficiente, lasciando un biglietto nel quale accusava il pubblico ministero di averla trattata ‘come una criminale’. Da questi fatti, dalle molte perplessità e dai molti dubbi sollevati, dalle polemiche che attraversavano l’opinione pubblica di Bologna, nascono le mie interrogazioni. Alle quali , dopo 108 giorni, non si è avuta risposta’.
‘Si tenga conto, inoltre – prosegue Manconi – che il Procuratore generale presso la Cassazione ha chiesto, ormai da molte settimane, gli atti alla Procura di Bologna per un eventuale procedimento di incolpazione. E che, per spiegare il clamoroso ritardo nella risposta alle interrogazionin, si sente dire da più parti che le informazioni fornite finora dalla Procura di Bologna al Ministero della giustizia sono state considerate da quest’ultimo decisamente insufficienti. Come spiegare, dunque, un così enorme ritardo , in presenza di una vicenda che ha visto la morte di due persone (morte indubitabilmente collegata, sia pure in modo indiretto, all’indagine giudiziaria )? Se fosse vera l’interpretazione più diffusa, com’è possibile che la Procura di Bologna non abbia ancora fornito al Ministero della Giustizia le informazioni necessarie a un’esauriente risposta?’.
‘Le mie interrogazioni, come si è dimostrato, avevano il solo scopo di accertare la verità dei fatti – conclude il senatore – di contribuire ad allontanare dal pubblico ministero il sospetto di un comportamento men che corretto, e di affermare che a ogni cittadino deve essere assicurata la tutela più intransigente dei suoi diritti e delle sue garanzie, in particolare nel caso di un’indagine giudiziaria’.
E’ quanto afferma il senatore del Partito Democratico Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani a Palazzo Madama.
‘Nel corso di quell’inchiesta veniva indagata come persona informata dei fatti, una farmacista, Vera Guidetti – sottolinea l’esponente pd – del corso di una pausa dell’escussione, durata un tempo lunghissimo e connotata, secondo alcune testimonianze, da un clima particolarmente pesante, la testimone accompagnava alcuni ufficiali di polizia giudiziaria nel proprio appartamento e consegnava loro della merce di origine considerata sospetta. A questo punto la posizione della farmacista era inequivocabilmente e radicalmente mutata, ma l’interrogatorio successivo avveniva, e per molte ore, senza la presenza di un difensore. Nelle ore successive la farmacista decideva di togliersi la vita e di sopprimere l’anziana madre, da anni non autosufficiente, lasciando un biglietto nel quale accusava il pubblico ministero di averla trattata ‘come una criminale’. Da questi fatti, dalle molte perplessità e dai molti dubbi sollevati, dalle polemiche che attraversavano l’opinione pubblica di Bologna, nascono le mie interrogazioni. Alle quali , dopo 108 giorni, non si è avuta risposta’.
‘Si tenga conto, inoltre – prosegue Manconi – che il Procuratore generale presso la Cassazione ha chiesto, ormai da molte settimane, gli atti alla Procura di Bologna per un eventuale procedimento di incolpazione. E che, per spiegare il clamoroso ritardo nella risposta alle interrogazionin, si sente dire da più parti che le informazioni fornite finora dalla Procura di Bologna al Ministero della giustizia sono state considerate da quest’ultimo decisamente insufficienti. Come spiegare, dunque, un così enorme ritardo , in presenza di una vicenda che ha visto la morte di due persone (morte indubitabilmente collegata, sia pure in modo indiretto, all’indagine giudiziaria )? Se fosse vera l’interpretazione più diffusa, com’è possibile che la Procura di Bologna non abbia ancora fornito al Ministero della Giustizia le informazioni necessarie a un’esauriente risposta?’.
‘Le mie interrogazioni, come si è dimostrato, avevano il solo scopo di accertare la verità dei fatti – conclude il senatore – di contribuire ad allontanare dal pubblico ministero il sospetto di un comportamento men che corretto, e di affermare che a ogni cittadino deve essere assicurata la tutela più intransigente dei suoi diritti e delle sue garanzie, in particolare nel caso di un’indagine giudiziaria’.