Dall`inizio del 2013 sono 2.372 i minori arrivati in Italia via mare, la maggior parte di essi è composta da ragazzini non accompagnati (erano 1.257 a luglio). Si tratta di persone che partono dai loro Paesi di origine da sole ovvero senza un genitore o un tutore legale, e che una volta giunte qui dovrebbero essere accolte in strutture specifiche a loro dedicate. La normativa stabilisce che tali trasferimenti dovrebbero essere molto rapidi per evitare inutili perdite di tempo e intraprendere, quanto prima, un valido percorso di formazione e integrazione. Nella maggior parte dei casi la tempistica, però, è tutt`altro che celere e i nuovi arrivati rimangono anche mesi nei luoghi di approdo.
La causa del ritardo ha a che vedere con l`assenza di un coordinamento diretto tra strutture locali e tribunale competente alla nomina di un tutore. In queste situazioni dovrebbe essere la comunità accogliente a esercitare tutti i poteri tutelari, compresa la richiesta del permesso di soggiorno. Ma ci sono questure per cui tale richiesta deve essere presentata dal tutore nominato dal giudice, senza tener presente che il rilascio di un permesso di soggiorno per minore età è un procedimento automatico, in quanto si tratta di un documento spettante di diritto alla persona minorenne, che è inespellibile.
L`associazione Save the Children propone, per accelerare i tempi dell`affidamento, di riprendere un progetto attuato dal Garante regionale per l`infanzia e l`Adolescenza del Veneto già dal 2001. Esso consiste nella realizzazione di una rete di tutori volontari, opportunamente selezionati e formati, a disposizione dell`autorità giudiziaria, in grado di svolgere tale incarico. Questo esempio è stato per ora seguito dal Lazio e dalla Puglia ma manca un`uniformità di intervento a livello nazionale.
La settimana scorsa, però, il Garante nazionale, Vincenzo Spadafora, ha incontrato i garanti regionali per un confronto sulle buone prassi messe in atto in Italia per affrontare il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati. Ciò fa ben pensare che il problema sia avvertito come tale e che diventi prioritario adottare linee omogenee a livello nazionale. Inoltre l`urgenza è si manifesta nel fatto che, nonostante sia garantita l`inespellibilità e la disponibilità di una struttura di accoglienza, i minori che si allontanano dalle strutture sono numerosi. E la criticità risiede nel fatto che il rifugio più immediato, subito dopo la fuga, sia quello nei luoghi occupati da adulti loro connazionali. È qui che la situazione sfugge di mano ed è da qui che il minorenne potrebbe non ripartire più. È qui, infatti, che è alto il rischio di venire a contatto con reti di microcriminalità che potrebbero approfittare della condizione di solitudine del ragazzo per raggirarlo e raggiunger altri scopi.
Insomma, è urgente che si adoperino degli strumenti che, almeno per le persone minori, garantiscano delle misure di accoglienza in grado di proteggere la persona e non di esporla a situazioni di rischio.

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