Visita nel centro di raccolta rom di via Visso.di Commissione Diritti Umani, Associazione 21 luglio, il consigliere Riccardo Magi e l’assessore Francesca Danese
«Nel centro di accoglienza “Best House Rom’ è in atto una sistematica
violazione dei diritti umani.  Circa 300 rom, di cui più della metà
minori, vivono in una condizione di segregazione abitativa e sociale. La
struttura, priva di finestre e punti luce, va chiusa così come vanno superati
i “campi rom” attraverso l’individuazione dei percorsi di inclusione
sociale previsti dalla Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, dei Sinti
e dei Camminanti in Italia’.
Lo affermano, in una nota congiunta, Luigi Manconi e Manuela Serra, della
Commissione Diritti Umani del Senato, Carlo Stasolla, dell’Associazione
21 luglio, e il consigliere di Roma Capitale Riccardo Magi, dopo essere
tornati oggi al “Best House Rom”, nella periferia est della Capitale.
Alla visita ha preso parte anche l’Assessore alle Politiche Sociali di
Roma Capitale Francesca Danese che ha definito il centro «un mostro, una
bruttura figlia delle proroghe dietro le quali si è insediato il malaffare».
«In questo edifico, in stanze piccolissime dove vivono anche fino a dodici
persone, ammassate, ci sono bambini che non possono vedere la luce del
sole perché non esistono finestre – ha detto Francesca Danese -. Il centro,
che ha costi altissimi per l’amministrazione comunale, oltre 700 euro
al mese a persona e che non possiede i requisiti igienico-sanitari, deve
essere chiuso. Mi sto preoccupando di trovare un sistema di accoglienza
rispettoso dei diritti delle persone e stiamo effettuando un monitoraggio
al riguardo. Entro un paio di mesi conto di sistemare tutto».
Il “Best House Rom” è uno dei quattro centri di raccolta, riservati a
soli rom, gestiti dal Comune di Roma. Inaugurato nel 2012 per accogliere
le famiglie rom sgomberate dagli insediamenti informali, nel dicembre 2013
è stato ampliato per consentire l’ingresso dei 150 rom sgomberati dall’ex
“villaggio attrezzato” di via della Cesarina. Il centro presenta spazi
angusti e inadeguati, non ci sono finestre né punti luce per il passaggio
dell’aria e della luce naturale all’interno di stanze dove vivono in
media cinque persone. Il Comune di Roma ha speso nel 2014 per questa struttura
quasi 3 milioni di euro.
Sul “Best House Rom” si era di recente espresso anche il sindaco Ignazio
Marino, in una lettera indirizzata a Carlo Stasolla e a Riccardo Magi,
che avevano iniziato uno sciopero della fame, impegnandosi «a trovare una
soluzione alternativa per le donne, gli uomini e i bambini che oggi vivono
in condizioni non dignitose».
«È più che mai urgente –  affermano Manconi, Serra, Stasolla e Magi
– chiudere al più presto questa struttura e avviare percorsi di inclusione
sociale rivolti alle persone che lì vivono.  Si tratterebbe del primo,
concreto passo verso una nuova politica della città di Roma nei confronti
delle comunità rom, private finora di ogni opportunità e segregate nei
campi».

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