‘Perché non dire semplicemente la verità? Perché non riconoscere che quello raggiunto nel corso della notte a Bruxelles è un modestissimo e drammaticamente insufficiente compromesso ? E non, invece, quel ‘buon risultato’ che vorrebbe far credere il governo italiano? La decisione di ‘riallocare’ o ‘reinsediare’ 60mila persone nei prossimi due anni in alcuni degli Stati europei non rappresenta certo un cambiamento di rotta né tantomeno l’inizio di una politica condivisa per l’immigrazione e l’asilo. L’Italia, che ha palesemente dissipato l’opportunità offertale dal semestre di presidenza, continua a trovarsi in una condizione di estrema debolezza. Gli unici risultati ottenuti sono: la realizzazione sulle nostre coste di strutture per la fotosegnalazione degli stranieri, gestite da funzionari europei ritenuti più affidabili dei nostri; una selezione del flusso degli arrivi con tempi più rapidi sulla carta ma che difficilmente potranno concretizzarsi, considerato quanto previsto dalle procedure attuali nel rispetto di leggi e convenzioni sull’asilo; un inasprimento delle misure per i migranti economici e la previsione del ritorno a lunghissime detenzioni amministrative, totalmente inique, nonostante il chiaro orientamento del nostro Parlamento. E ciò che dovrebbe essere positivo, ovvero il programma di reinsediamento dei profughi presi in carico dai paesi europei direttamente in quelli di transito, riguarda un numero irrisorio di persone. Tanto più se confrontato con quello delle centinaia di migliaia di profughi presenti da mesi in Libano, in Turchia, in Giordania. Ma perché l’Italia non apre finalmente un vero e proprio conflitto all’interno dell’Unione europea e nei confronti dell’Unione europea? Il nostro paese è un contributore attivo: dà alla Ue più di quanto riceva. E se l’Italia autoriducesse i propri oneri e contributi, destinando quanto risparmiato a un grande piano per l’immigrazione e per l’asilo?’. E’ quanto afferma in una nota il senatore del Partito Democratico Luigi Manconi.

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