Il Vaticano ha dato il buon esempio. «Ora l`Italia dovrebbe riflettere: l`ergastolo contraddice la funzione rieducativa della pena». Luigi Manconi, presidente della commissione diritti umani del Senato, fatica a «pensare una pena che non si legittimi alla luce del recupero del reo, altrimenti perché dire di no alla condanna a morte?».
Anche in Italia dovrebbe sparire il ‘fine pena mai’?
«Il segnale giunto dal Papa ci dovrebbe indurre a ripensare il senso della pena. Il referendum dei Radicali per l`abolizione dell`ergastolo potrebbe essere un`occasione per riflettere sull`articolo 27 della Costituzione, che assegna alla pena una funzione rieducativa».
Ma la Consulta con la sentenza 264 del 1974 ha considerato l`ergastolo compatibile con la Carta.
«Lo dico in modo forse irriverente, ma la Corte ha considerato l`ergastolo costituzionalmen- te legittimo riconoscendo la possibilità del rilascio, cioè in quan- to non viene effettivamente eseguito e se la pena non è di fatto perpetua».
E non è così?
«A130 giugno 2013 gli ergastoli sono 1.582 e le stime ci dicono che due terzi sono ergastoli ostativi, cioè senza benefici premiali, né liberazione condizionale, a meno che non ci sia la collaborazione del condannato con l`attività giudiziaria. Insomma il ‘fine pena mai’ è spesso effettivo».
L`esempio del Vaticano può portare il parlamento a ripensare l`ergastolo?
«Ricordo che dalla visita alla Camera di Giovanni Paolo II, con la sua richiesta di un provvedimento di clemenza, all`approvazione dell`indulto passarono ben quattro anni. E oggi temo che a livello di classe politica la situazione sia nettamente peggiorata».

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