Luigi Manconi, senatore del Pd e presidente della commissione parlamentare dei diritti umani, ha presentato una proposta in tempi non sospetti, un. mese fa, per andare oltre la Fini-Giovanardi e regolamentare il consumo di cannabis. Restava solo un problema, sbarazzarsi della legge.
Problema risolto dalla Corte Costituzionale.
«D`altra parte, bisogna ricordare come nasce tutto, l`introduzione a viva forza in un decreto che aveva per materia le Olimpiadi Invernali, di una normativa sulle sostanze stupefacenti. È molto chiaro l`obiettivo di criminalizzazione culturale e personale del consumo di derivati della canapa indiana».
Che, comunque, anche se leggera, resta sempre una sostanza stupefacente.
«Non dico che la cannabis faccia bene o che non possa far male. Ritengo che gli effetti del suo abuso sono probabilmente inferiori a quelli derivanti dall`abuso di sostanze perfettamente legali come l`alcol o il tabacco e che possano essere meglio contrastati in un regime di regolamentazione».
In che modo?
 «Non capisco come uno Stato possa regolare e sanzionare lo stile di vita di un cittadino su 4, visto che parliamo di comportamenti che non hanno effetti su altri, di reati senza vittime, di azioni che non ledono ín alcun modo altre persone. Ora che si torna al regime precedente si può finalmente discutere seriamente di questa materia partendo, come già si sta facendo nel resto del mondo, dal fallimento del proibizionismo».
E quindi?
«In Italia oggi ci troviamo in un regime di liberalizzazione illegale, la realtà è questa. Chiunque voglia, può acquistare qualunque sostanza dagli spacciatori presenti in strada. Per eliminare questo regime non c`è che la regolamentazione, adottare regole uguali a quelle che sono in vigore per alcol e tabacchi, ponendo vincoli e limiti per la produzione e la commercializzazione e prevedere una tassazione. Prevedendo, ad esempio, che la vendita non sia possibile ai minori».
 Pensa che i tempi siano maturi?
«Da un punto di vista culturale, sì, c`è un clima rinnovato persino in Italia».
E da un punto di vista politico?
«No, ma si deve iniziare a parlarne».

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