‘La famiglia Uva sta subendo da anni, con molto dolore ma anche molta dignità, un anomalo funzionamento del sistema giudiziario, caratterizzato da negligenze e ritardi da parte di chi, fino all’11 marzo scorso, era titolare del fascicolo sulla morte del loro figlio Giuseppe, l’operaio 43enne di Varese, avvenuta dopo oltre due ore di permanenza illegale in una caserma dei carabinieri. Quando il procuratore di Varese, Felice Isnardi, aveva deciso di sottrarre il fascicolo al pm Abate e di auto assegnarselo, dopo sei anni di illegalità e abusi, si pensava che finalmente la giustizia potesse fare il suo corso. Così non è stato’. Lo dichiara Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti Umani del Senato che annuncia la presentazione di un’interrogazione urgente al ministro della Giustizia Andrea Orlando.
‘Nel corso della discussione dell’udienza preliminare del 9 giugno 2014 nei confronti degli altri imputati, infatti – continua Manconi – il dott. Isnardi ha chiesto al Gip di pronunciare una sentenza di non luogo a procedere per tutti i reati per cui egli stesso aveva redatto i capi di imputazione, fatto salvo quello di cui all’articolo 608 (abuso di autorità contro arrestati), ma limitatamente alle percosse che Uva avrebbe subito in Caserma, chiedendo invece sentenza di non luogo a procedere per le percosse che avrebbe subito in Ospedale. Questa richiesta appare contraddittoria con la condotta processuale tenuta da Isnardi nella integrazione dei capi d’accusa e nella loro riformulazione, visto che egli stesso nel fascicolo parla esplicitamente di percosse inferte a Uva non solo nella sala della Caserma, ma anche ‘nei locali dell’ospedale del Circolo di Varese’. Per questo – conclude Manconi – chiedo al ministro Orlando se non ritenga di dover disporre un’ispezione presso la Procura di Varese volta ad accertare la sussistenza di un contesto di libero, corretto ed imparziale esercizio della sua funzione di pubblica accusa’.

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