Golda Meir diceva che non bisogna lasciare nessuno dei nostri nelle mani del nemico. Ad ogni costo
«GOLDA Meir diceva che quando si
combatte il terrorismo non bisogna
lasciare indietro nessuno dei nostri
nelle mani del nemico. Ad ogni costo».
Luigi Manconi, senatore del Pd,
pesa le parole.
Quindi è favorevole al pagamento
di un riscatto?
«Non intendo fare un ragionamento
umanitario ma di diritto e di
diritto costituzionale: da questo punto di vista è addirittura un dovere dello Stato nei confronti dei cittadini».
Un dovere dello Stato pagare?
«Il fondamento del rapporto tra
cittadino e Stato risiede nella promessa
dello Stato di garantire l`integrità
fisica e morale del cittadino nei
confronti del nemico esterno, ìn caso
di guerra o terrorismo e di quello interno,
aggressioni ed violenze. Il patto
sociale si basa esattamente su
questo e lo Stato può pretendere ubbidienza
daí cittadini se garantisce
la loro incolumità. È questo che da legittimità
giuridica e morale allo Stato
di diritto. E da questo punto di vista
pagare un riscatto è addirittura
un dovere per lo Stato».
Ma quei soldi finiranno ai terroristi.
«Se quei milioni di riscatto sono
destinati, ed è possibile, ad alimentare i terroristi, pensate a quante
conseguenze può provocare ad
Israele la liberazione dei suoi nemici
quando periodicamente, per ottenere
il rilascio di uno o due soldati o
civili, acconsente all`uscita dalle proprie
carceri di centinaia di palestinesi.
E tra questi anche dì quelli che considera
più pericolosi».
Scelta di opportunità politica?
«Il discorso non è mai di contabilità
ma di valutazione giuridica e politica:
nell`affermazione cioè della
capacità di uno Stato di proteggere i
propri cittadini in pace e in guerra».
C`è chi dice: le volontarie non dovevano
partire.
«So poco delle due donne sono felicissimo
che siano tornate. In termini
generali il discorso va fatto con
grande rigore. La parola volontario è
così generica da nascondere spesso
improvvisazione, dilettantismo.
Queste sono iniziative che seppur
motivate da sentimenti nobili vanno
condotte con la massima professionalità.
Penso che recarsi ad operare
in zone di guerra debba essere l`esito di
un processo di formazione e debba
essere integrato e coordinato con
l`azione delle grandi organizzazioni
internazionali, agenzie dell`Onu, europee
e delle reti diplomatiche».
combatte il terrorismo non bisogna
lasciare indietro nessuno dei nostri
nelle mani del nemico. Ad ogni costo».
Luigi Manconi, senatore del Pd,
pesa le parole.
Quindi è favorevole al pagamento
di un riscatto?
«Non intendo fare un ragionamento
umanitario ma di diritto e di
diritto costituzionale: da questo punto di vista è addirittura un dovere dello Stato nei confronti dei cittadini».
Un dovere dello Stato pagare?
«Il fondamento del rapporto tra
cittadino e Stato risiede nella promessa
dello Stato di garantire l`integrità
fisica e morale del cittadino nei
confronti del nemico esterno, ìn caso
di guerra o terrorismo e di quello interno,
aggressioni ed violenze. Il patto
sociale si basa esattamente su
questo e lo Stato può pretendere ubbidienza
daí cittadini se garantisce
la loro incolumità. È questo che da legittimità
giuridica e morale allo Stato
di diritto. E da questo punto di vista
pagare un riscatto è addirittura
un dovere per lo Stato».
Ma quei soldi finiranno ai terroristi.
«Se quei milioni di riscatto sono
destinati, ed è possibile, ad alimentare i terroristi, pensate a quante
conseguenze può provocare ad
Israele la liberazione dei suoi nemici
quando periodicamente, per ottenere
il rilascio di uno o due soldati o
civili, acconsente all`uscita dalle proprie
carceri di centinaia di palestinesi.
E tra questi anche dì quelli che considera
più pericolosi».
Scelta di opportunità politica?
«Il discorso non è mai di contabilità
ma di valutazione giuridica e politica:
nell`affermazione cioè della
capacità di uno Stato di proteggere i
propri cittadini in pace e in guerra».
C`è chi dice: le volontarie non dovevano
partire.
«So poco delle due donne sono felicissimo
che siano tornate. In termini
generali il discorso va fatto con
grande rigore. La parola volontario è
così generica da nascondere spesso
improvvisazione, dilettantismo.
Queste sono iniziative che seppur
motivate da sentimenti nobili vanno
condotte con la massima professionalità.
Penso che recarsi ad operare
in zone di guerra debba essere l`esito di
un processo di formazione e debba
essere integrato e coordinato con
l`azione delle grandi organizzazioni
internazionali, agenzie dell`Onu, europee
e delle reti diplomatiche».