“L’Amministrazione penitenziaria aveva adottato tutte le misure per evitare che un soggetto evidentemente a rischio come Marco Prato potesse suicidarsi?”.
E’ quanto chiede attraverso un’interrogazione il presidente della Commissione Diritti umani Luigi Manconi.
Il senatore pd nel testo rivolto al ministro della Giustizia Andrea Orlando ricostruisce quanto avvenuto lo scorso 20 giugno, quando Marco Prato si è suicidato nella Casa circondariale di Velletri inalando il gas dalla bomboletta utilizzata per cucinare o scaldare vivande.
“Marco Prato, insieme a Manuel Foffo, era in carcere a seguito dell’uccisione di Luca Varani – si legge nell’interrogazione – Mente Foffo, reo confesso, è stato condannato a 30 anni di reclusione il 21 febbraio scorso, all’esito di un processo con rito abbreviato, Prato, che sin dall’inizio e anche nella lettera lasciata prima di compiere l’estremo gesto si dichiarava innocente, doveva essere ancora sottoposto al processo che sarebbe dovuto iniziare il giorno dopo la sua imprevista e drammatica morte, il 21 giugno, davanti alla Corte d’assise di Roma”.
Manconi evidenzia anche che Prato aveva già tentato il suicidio nel 2011, dopo essere rientrato a Roma da Parigi, e una seconda volta due mesi dopo, e ancora poche ore dopo l’orribile omicidio di Luca Varani, ingerendo delle pillole in una camera d’albergo.
L’interrogazione ricorda inoltre che dopo essere stato trasferito una prima volta dalla Casa circondariale di Regina Coeli a Velletri nell’agosto 2016, Marco Prato era tornato a Regina Coeli a seguito di una segnalazione del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
“Nel marzo di quest’anno il nuovo trasferimento sarebbe stato disposto perché la permanenza a Regina Coeli – questa la motivazione addotta al provvedimento – sarebbe stato un fattore a favore del soggetto, che gli avrebbe permesso di adattarsi e crearsi un ambiente favorevole – sostiene il senatore Manconi – Marco Prato avrebbe chiesto la possibilità di svolgere un’attività nel carcere di Regina Coeli, richiesta disattesa dalle autorità dell’istituto. La Procura di Velletri ha ora aperto una indagine contro ignoti per istigazione al suicidio”.
Sulla base di quanto rilevato, Manconi chiede a Orlando se e quali provvedimenti siano stati adottati dall’Amministrazione penitenziaria, in particolare dagli istituti di Regina Coeli e di Velletri, per evitare che un soggetto evidentemente a rischio come Marco Prato potesse suicidarsi, per quali ragioni sia stato disposto il secondo trasferimento di Marco Prato a Velletri, dopo che il primo era stato revocato, quali iniziative siano state adottate per ricostruire l’intera vicenda e se tali accertamenti siano svolti per verificare e sanzionare eventuali responsabilità, in che modo l’Amministrazione penitenziaria abbia dato seguito alle segnalazioni che su questo caso sono state puntualmente effettuate dal Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale e infine quali misure voglia adottare il ministro Orlando anche in considerazione del fatto che nei primi sei mesi di quest’anno vi sono stati ventidue suicidi in carcere – per evitare che analoghi episodi si verifichino in futuro.


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