‘Esprimo le mie preoccupazioni per quanto potrà accadere intorno alla vicenda giudiziaria detta ‘caso Uva’. Lo afferma il senatore del Partito Democratico Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti umani a Palazzo Madama. ‘L’11 marzo scorso il Gip Giuseppe Battarino ha disposto l’imputazione coatta per una serie di reati, dall’omicidio preterintenzionale all’arresto illecito – sottolinea Manconi – nei confronti dei due carabinieri e dei sei poliziotti che trattennero Uva in caserma. Ora il pubblico ministero Agostino Abate ha dieci giorni di tempo per formulare le accuse. Si profila, di conseguenza, il rischio che sia lo stesso Abate a svolgere il ruolo di pm in aula nei confronti di coloro che, per sei lunghissimi anni, ha pervicacemente tutelato. Lo stesso Abate che, secondo la procura generale presso la Cassazione ‘è venuto meno agli obblighi generali di imparzialità, di correttezza e di diligenza, ha violato le norme del procedimento che impongono al pubblico ministero di svolgere le indagini necessarie per l’accertamento dei fatti, in particolare in caso di morte di una persona’ ed è venuto meno agli ‘obblighi procedurali che prescrivono indagini effettive, tempestive e diligenti’. Accuse mosse ad Abate anche dal ministero della Giustizia’. ‘A nulla sono valse le cinque richieste di avocazione presentate dai familiari alla procura generale presso la Corte di appello di Milano, sbrigativamente rigettate – ribadisce l’esponente pd – la stessa che dovrà decidere sulla richiesta di avocazione da me presentata il 4 marzo scorso. Possiamo davvero consentire che l’unica opportunità rimasta per conoscere la verità sulla morte di Uva sia nuovamente demandata a chi, per tanto tempo ha ostinatamente fatto tutto il contrario di quello che avrebbe dovuto fare?’ conclude Manconi.

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