“Abbiamo deciso di non votare la fiducia sul “decreto legge Minniti-Orlando” in materia di sicurezza urbana perché riteniamo che le norme lì contenute siano prevalentemente declamatorie e non rispondenti a criteri di razionalità, efficacia e ragionevolezza. Con questo provvedimento si estendono ulteriormente, a tutela del “decoro e della vivibilità urbana”, quei poteri di ordinanza dei sindaci, sinora esercitati prevalentemente per realizzare un diritto diseguale e discriminatorio nei confronti di immigrati e degli strati sociali meno garantiti. Per reati commessi in occasione di manifestazioni sportive, si fanno rivivere le norme sull’applicazione di misure coercitive in deroga ai presupposti comuni e sull’arresto in flagranza differita. Quest’ultimo è esteso anche al contesto delle manifestazioni pubbliche non di tipo sportivo. Viene così introdotto nel nostro ordinamento un perverso ossimoro, che dilata il senso dell’immediatezza proprio della flagranza fino a una proroga di 48 ore sulla scorta di videoregistrazioni. É lo stesso istituto della flagranza che ne risulta sfigurato, in base a criteri di utilità davvero incerti e precari. Si introduce poi una sanzione amministrativa pecuniaria per chi stazioni in aree destinate a trasporto pubblico locale, ferroviario, ecc., impedendone la fruizione. Se pure non fosse pensata specificamente per le persone senza fissa dimora, questa sanzione (fino a 300euro) tenderà a colpire essenzialmente loro: a tutela di un bene giuridico dai contorni alquanto sfumati, quale il non meglio precisato decoro urbano.
Inoltre, si estendono ulteriormente le misure di prevenzione (limitative della libertà personale, benché basate non sulla commissione di reati ma su meri sospetti sulla persona) e si introduce la nuova misura dell’allontanamento (e del divieto di accesso) da determinati luoghi per esigenze di tutela del decoro urbano. Anche questa forma di “daspo”, applicabile persino ai minori, è una misura che solo formalmente può dirsi amministrativa, dal momento che la sua sostanza risulta fortemente limitativa della libertà, non solo di movimento.
È un provvedimento tanto inutile nella pratica quanto grave nei principi. L’inutilità è evidente nella stessa parola “allontanamento”, cioè in una misura che sposta il problema senza risolverlo.
Per la prima volta in Italia, però, si affidano ai sindaci poteri di limitazione della libertà personale, seppure per 48 ore. Tali procedure dovrebbero rimanere in capo a corpi di sicurezza professionali e neutralli sotto il controllo della Magistratura. Il sindaco, invece, pur essendo un rappresentante dei cittadini è comunque un esponente politico di una parte. In tal modo la sicurezza rischia di diventare ciò che non era prima, proprio una politica di destra o di sinistra secondo chi vince le elezioni comunali”.
Lo scrivono in una nota i senatori Luigi Manconi e Walter Tocci.