Senatore Marcucci, c`è il rischio che sulla scia del Movimento sia lo stesso Pd a rallentare l`approvazione della riforma della giustizia?

Lo dico a scopo preventivo: il Pd deve essere schierato per la durata ragionevole dei processi e per le massime garanzie degli imputati. Non si può tornare indietro da questo storico ancoramento per nessuna ragione. In più servono i finanziamenti per assicurare alla macchina di potersi ammodernare.

Cartabia chiede di «movere rapidamente» mentre Conte ha chiesto a Draghi alcune modifiche. Il Pd si trova stretto tra due fuochi?

La riforma è strettamente correlata al Recovery, l`Europa giustamente la pretende, anche in virtù del sostegno dato all`Italia. La riforma avrà il suo passaggio parlamentare, quindi alcuni accorgimenti tecnici sul testo sono naturali, stravolgerne il senso non può essere possibile. Ha ragione la ministra Cartabia a ricordare che il testo è passato all`unanimità, con il voto favorevole dei 5 Stelle. Il vertice Conte- Draghi sembra essere andato in questa direzione, se fosse così, è un bene.

I numeri per approvare la riforma ci sarebbero anche senza i Cinque Stelle. Pensa che su un tema come la giustizia la maggioranza possa arrivare a una
rottura?

Credo e spero di no. Rompere sulla giustizia per il M5S costringerebbe anche il Pd a rivedere le proprie alleanze. È naturale che il Pd non può allearsi con un partito sostanzialmente giustizialista e sempre di più contro il governo che invece noi sosteniamo con grande convinzione.

La richiesta di alcune modifiche da parte del Pd è più dettata dal tenere un profilo simile a quello grillino o dalle proteste dell`Anm?

È la natura obbligata del passaggio parlamentare, che naturalmente la stessa Guardasigilli ha sottolineato. Mi pare di capire che il punto critico per i 5 Stelle sia sulla prescrizione. Dal Pd per ora soltanto piccole migliorie formali, non certo riscritture.

Conte di nuovo alla guida Movimento, Letta in balìa del partito come sul ddl Zan. C`è un problema di leadership tra i dem?

Io mi limito ad osservare che sul ddl Zan la strategia parlamentare deve cambiare. Lo dico da sostenitore di una legge che contrasti l` omotransfobia. Il rischio di subire profonde modifiche del testo è concreto, spero che il Pd esca dall`angolo e faccia tutte le verifiche che servono aduna approvazione urgente, che contempli anche la possibilità di rimandare alla Camera il testo per la terza lettura definitiva. Quanto ai leader vedremo, Conte è in attesa di un voto online, il Pd prima o poi convocherà un Congresso.


Ne Parlano