«Le dichiarazioni di Bersani e della minoranza sono di buon senso. Sta prevalendo l`unità del Pd che ancora una volta dimostra di essere il motore del cambiamento». Andrea Marcucci, senatore di fede renziana e presidente della commissione Cultura, è molto soddisfatto dell`accordo che si sta profilando sulla riforma costituzionale.
 Bersani però ha pure detto che ora non c`è bisogno dei voti di Verdini.
«Mi pare che il senatore Verdini e non solo, mi riferisco a tutta Forza Italia, abbia votato il testo della riforma in prima lettura. Ora non vedo perché non dovrebbe votarlo di nuovo. Stiamo parlando di norme costituzionali che richiedono il più ampio consenso parlamentare possibile».
Renzi Pd ha sostenuto che sarebbe un fatto «inedito» se il presidente Grasso dovesse aprire alle modifiche dell`articolo 2 già approvato da Camera e Senato. E che bisognerebbe riunire i gruppi Pd di Camera e Senato. Una pressione sulla seconda carica. dello Stato?
 «Nessuna pressione, nessun attacco. Non era questa l`intenzione di Renzi, che ha semplicemente fatto una constatazione dei precedenti: una norma approvata in doppia lettura conforme non è stata mai messa in discussione. Se si aprisse a modifiche all`articolo 2, consentendo l`elezione diretta dei nuovi senatori, sarebbe un precedente che consentirebbe di modificare anche altre parti della riforma, rimettendo tutto in discussione. Sarebbe un grave passo indietro. Non credo che questa sia l`intenzione del presidente Grasso».
 Le divisioni della minoranza stanno aiutando a trovare l`intesa?
«C`è una dialettica interna, non so se si possa parlare di divisione. Comunque quello che conta è che si arrivi a una soluzione unitaria di buon senso sulla fine del bicameralismo perfetto».

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