«Il momento è delicato», sospira il senatore renzianissimo Andrea Marcucci, in genere sempre pronto a partire lancia in resta contro chi attenta alle virtù del renzismo. Alla fine dice la sua.
Senatore Marcucci, il ministro centrista Enrico Costa dice di voler tornare nelle braccia di Berlusconi. Crede che possa ancora stare nel governo?
«In effetti questo suo atteggiamento è davvero incomprensibile, poco coerente. Per me la coerenza in politica è ancora un valore».
Quindi dovrebbe dimettersi?
«Se i suoi comportamenti fossero coerenti con quel che dice penso che sì, dovrebbe dimettersi subito. Ma credo che il suo sia solo un modo di porsi in vista della campagna elettorale: una mossa per posizionarsi in attesa delle prossime urne».
Dopo la scissione a sinistra vi mollano anche i centristi, che ora preferiscono Berlusconi a Renzi. II renzismo non è più attraente?
«Questo lo stabilirà il corpo elettorale. Penso che la situazione sia il frutto della legge elettorale proporzionale. Ora ognuno vuoi fare il suo partito per arrivare al 3 per cento. Prima col maggioritario la logica era più coalizionale».
Anche Alfano dice: con il Pd abbiamo chiuso, ma rimaniamo leali al governo.
«Non lo capisco. Cosa vuol dire? Il governo è il Pd. La legge di stabilità con chi la farà se non con il Partito democratico?»
Prima del referendum però Alfano avrebbe fatto carte false per stare dalla vostra parte. Il vento gira a destra?
«Io ritengo che la politica non sia andare dove va il vento, ma fare anche delle scelte ideali».
Come giudica questa uscita?
«Queste sue affermazioni mi pare che si commentino da sole».
Anche sullo ius soli i centristi vi hanno costretto alla ritirata. Ma non era una legge indispensabile per il Pd?
«Il senso di responsabilità nell`interesse del Paese deve necessariamente prevalere, ma la legge di cittadinanza rimane una nostra priorità assoluta, alla
quale io tengo molto. E quindi farò di tutto affinché si approvi prima della fine legislatura».
Ma nessuno sembra crederci veramente più, non trova?
«Confido che ci siano ancora le condizioni. Non l`abbiamo accantonato, abbiamo semplicemente seguito l`indicazione arrivata dal presidente Gentiloni».
II Pd sembra sempre più solo. È così?
«Il nostro senso di responsabilità nei confronti di Gentiloni ci farà approvare la legge di bilancio. Poi ci presenteremo con un progetto per vincere le prossime elezioni».