Letta non faccia sbagli sull`elezione del capo dello Stato, come è accaduto sul ddl Zan. Anche Renzi però ha commesso un errore grave ad essere assente il giorno del voto in Senato». Andrea Marcucci, senatore ex capogruppo del Pd, considerato spesso un renziano di complemento, accusatore della strategia adottata dal segretario dem sulla legge contro l’omotransfobia, dice che dagli errori si deve imparare, anche per la partita del Colle.
Senatore Marcucci, è accusato di essere la quinta colonna di Renzi nel Pd, lo è?
«Sostegno da sempre, anche prima di Renzi, una posizione liberaldemocratica dentro il centrosinistra. Sono un costituente del Pd, un partito che voglio resti grande e plurale. Con Renzi condivido alcune battaglie, altre volte sono in disaccordo. Non mi è piaciuto che non fosse in Senato quando abbiamo votato sul ddl Zan: un errore grave».
Resta una vicinanza di linea politica: pensa di candidarsi al prossimo congresso dem?
«Ho fatto una battuta in una trasmissione radiofonica. Resta il fatto che il Pd, prima o poi, dovrà pur fare un congresso, sono tanti i temi sui quali dobbiamo discutere. In un partito che si chiama democratico, non esiste il reato di “lesa maestà”, anzi il contrario, sfidarsi alla luce del sole sulle idee, è un vanto».
Cuperlo e Manconi su Repubblica propongono una nuova vita per il ddl Zan, togliendo gli articoli l e 4, su orientamento sessuale e libertà di opinione: strada percorribile?
«La firmerei. Una legge contro l’omotransfobia è indispensabile in Italia. La proposta di Cuperlo e Manconi è di assoluto buon senso, avremmo già potuto approvare il ddl Zan. Letta ha sbagliato».
Lei ha insistito molto sulla lezione che la sconfitta sul ddl Zan dà al Pd per il futuro. Quale è?
«Che in Parlamento le buone intenzioni non bastano, è necessario avere strategie per trasformare i disegni di legge in leggi approvate. Nel caso del ddl Zan qualcosa è andato storto, servono le alleanze».
Dialogare con la destra è spesso impossibile, non crede?
«La destra non è più il monolite che abbiamo conosciuto, c`è un bel dibattito in Forza Italia, con posizioni molto interessanti dei ministri Carfagna e Brunetta. Si è aperto un dibattito nella Lega con il ministro Giorgetti ed alcuni governatori».
La grande partita per il Quirinale è da rimandare a gennaio, come chiede Letta?
«Il confronto dei partiti sul Colle è già partito in sordina da qualche settimana, avviene sempre così. Non mi stupisco, né mi scandalizzo. Spero che per gennaio chi deve giocare questa partita abbia le idee chiare, e che non ci siano passi falsi. Serve coinvolgimento dei grandi elettori e unità, non solo di facciata».
Giuliano Amato sarebbe una buona ipotesi? O meglio Draghi o un Mattarella bis?
«Il presidente Mattarella va rispettato nelle sue decisioni. Su Draghi mi auguro che un premier così autorevole, che sta facendo bene, continui alla guida dell`esecutivo. Magari anche dopo il 2023. Amato potrebbe essere un candidato adeguato. Ma mi augurerei una donna al Quirinale».
Ulivo largo o alleanze post voto con una legge proporzionale?
«Io ho già detto la mia, un`alleanza larga che parta con un nucleo centrale forte composto dai riformisti e poi estesa a chi condivide il nostro programma, quindi nessuna preclusione preventiva a Conte e ai 5Stelle. Votare con l`attuale legge elettorale sarebbe un vulnus democratico, quindi certo, accordo per un proporzionale con soglia di accesso alta».