L’ ipotesi di un appoggio esterno del Pd a Mario Draghi «era del tutto infondata, come si è capito subito». Andrea Marcucci, presidente dei senatori democratici, spiega che su questo non possono esserci dubbi, «lo ha ribadito anche il collega Delrio: assicuriamo allo sforzo di Draghi, convinzione piena e collaborazione totale». La decisione della Lega di sostenere il governo non può cambiare la linea del Pd, anche perché «se la Lega cambia idea e comincia a diventare più europeista e meno sovranista come è stata negli ultimi anni, è un bene per tutti. Di una cosa siamo certi, il governo di Mario Draghi sarà certamente nel solco della migliore Europa».
Sosterrete Draghi anche se la Lega entrerà al governo?
«La posizione di un partito serio non è condizionata dalla presenza di altri. Abbiamo esposto al presidente Draghi le nostre idee, anche sul fisco e sulla giustizia, sono i temi che per forza di cose creano un perimetro al governo. Comunque lo ripeto per chiarezza, il Pd non ha messo e non metterà veti. La Lega entrando al governo rinnega anni di sconsiderate battaglie contro Europa».
Chiederete al premier di evitare ministri politici?
«Credo che il presidente Draghi ed il presidente Mattarella opteranno comunque per la soluzione migliore. L`alta personalità incaricata di costruire un governo comunque ci tutela».
E se Salvini dovesse, per esempio, aprire la questione migranti, tornando a chiede- re «porti chiusi»?
«L`Europa ha forse dimostrato nei mesi in cui Salvini è stato al governo, di apprezzare i porti chiusi? Non mi sembra proprio. Quindi sono convinto che quella pagina nera non si ripeterà e anzi spero che in Europa si apra su questo tema una fase politica nuova».
Però, qualche settimana fa, Orlando aveva detto che il Pd non era favorevole a un governo Draghi perché di fatto sarebbe stato un auto-commissariamento della politica. Dicevate «mai con i sovranisti». Non è che qualche dirigente del partito ha ancora dubbi?
«Non parlo al posto di Orlando, peraltro io ed il vicesegretario Pd abbiamo storie diverse. Io guardo più alla concretezza del presente, riconosco e sottolineo che c`è un problema di contenuti con la Lega, ma questo non mi porta in alcun caso ad avere dei dubbi sulle scelte che farà Mario Draghi. Tra l`altro, questa non è la mia posizione, è la posizione della Direzione del Pd».
Parecchi parlamentari, chiacchierando, sollevano dubbi sulla linea delle scorse settimane, «o Conte o voto». Siete stati troppo «contiani»?
«Non ho mai sostenuto quella linea, anche se ho riconosciuto i tanti meriti che il governo giallorosso ha incassato in questi mesi. Sottolineo anche l`importanza di mantenere un collegamento con M5S e Leu durante la prossima esperienza, che per me non vuol dire automaticamente alleanza elettorale. Anche perché spero che la legge elettorale venga cambiata, e dal Rosatellum si passi finalmente al proporzionale».
Zingaretti ha ribadito di voler rendere stabile l`alleanza con M5S. Pensa che nel Pd servirà una discussione su questo?
«Certo, questi anni tumultuosi rendono inevitabile una bella e profonda discussione nel Pd. Ora garantiamo al governo di iniziare ad agire, poi con calma credo che sarà lo stesso Zingaretti a sentire la necessità di un congresso».