«Non mi sembra che in Toscana il M5S abbia un presidio consistente, credo che il nostro partito debba costruire un`alleanza riformista ed europeista a partire dal livello nazionale. Poi se i M5s ci sta…». Per il senatore dem Andrea Marcucci non c`è «nulla di cui allarmarsi» rispetto ai risultati del suo partito alle amministrative. Forse, però, ci sono alleanze da registrare.

Senatore, partiamo dalla sua Lucca al ballottaggio: temete il ricongiungimento delle destre?

«A sentire le cose che si son detti in campagna elettorale, il ricongiungimento è davvero complicato. Gli elettori non dimenticano le accuse che sono volate tra Pardini e Barsanti. Può un signore che si presenta quasi come civico arruolare persino la destra più estrema? Cosa li unisce? Sono incredulo, anche un accordo in extremis non cancella il passato recente».

Come giudica la performance del Pd alle amministrative in tutta la Toscana?

«Molto buona, perché il Pd con la sua coalizione riafferma la sua centralità. Anche in questo caso noi cresciamo quando la nostra capacità di intervenire viene percepita dal corpo elettorale. La chiave di tutto è la concretezza, quel senso di prossimità che fa la differenza».

Ma avete riperso a Pistoia e sonoramente.

«Contro un sindaco evidentemente popolare, nulla ha potuto neanche un`ottima candidata come Fratoni. Per risalire, bisogna continuare a lavorare tra le persone, investire nel rapporto con i militanti, mettere i problemi del territorio al primo posto».

Il sodalizio con il M5s, laddove si verificava, non sembra aver portato benefici alla coalizione.

«Intanto non mi sembra che in Toscana il M5S abbia un presidio consistente, alle recenti amministrative il loro simbolo non era sulle schede elettorali di molte città. Io credo che il Pd debba costruire un`alleanza fortemente riformista ed europeista a partire dal livello nazionale: Conte deciderà se starci, ma con il ministro Di Maio io vedo molte sintonie. E una proposta che condivido con i sindaci di Firenze di Milano, e di Bergamo, Nardella, Sala e Gori».

Il Pd tuttavia perde voti al primo turno in ciascuna delle tre principali città della regione al voto. Non è allarmato?

«Le coalizioni, con tante liste civiche a supporto del Pd, sono però molto competitive. Per citarle il dato di Lucca, ad esempio, miglioriamo rispetto al turno elettorale precedente. Poi naturalmente governare, anche la Regione, in una fase così complessa, è complicato, ed in alcune situazioni si può pagare dazio. Niente di allarmante, se il Pd è in grado di spiegare prontamente le sue scelte».

Vannino Chiti sostiene che nel Pd non ci sia più discussione o confronto: ha ragione?

«A dire il vero non ho capito bene la riflessione di Vannino. In Toscana vedo all`opera un partito vitale, che è riuscito anche nell`impresa di fare un salto generazionale alla propria classe dirigente. A Lucca corre per la sindacatura un uomo di 4o anni, che ha già maturato un`ampia esperienza come assessore, io ne sono orgoglioso. L`ex presidente della Regione si riferisce forse al dibattito sull`aggressione subita dall`Ucraina, dove penso che si debba dare merito al segretario Letta, e lo dico io che non sono prodigo di complimenti verso di lui, di aver collocato il Pd nella giusta posizione».

Nei ballottaggi toscani il Pd perde se…

«Non bisogna in alcun modo dare per acquisto il risultato, ed in questi giorni restare tra la gente per consolidare la preferenza accordata. Penso sia importante verificare intese con quelle liste civiche e partiti che avevano un loro candidato al primo turno. L`interesse della città ed il programma di mandato siano gli argomenti principali di queste riflessioni».


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