«Non possiamo più permetterci di avere luoghi come gli Uffizi chiusi nei giorni in cui le città italiane sono piene di turisti».
Senatore Andrea Marcucci, presidente della Commissione cultura di Palazzo Madama, che cosa ha pensato quando ha letto della coda di fronte agli Uffizi, chiusi il primo gennaio?
«Non è una bella immagine, a prescindere dai motivi che hanno portato alla chiusura. Vuol dire che l`Italia, in un momento di picco di visitatori e turisti, non offre il meglio di sé. Gli Uffizi non sono ‘un’ museo, sono il museo più importante che possiamo offrire ai nostri visitatori, un simbolo».
La chiusura è peraltro avvenuta in concomitanza con l`inziativa del ministero dei Beni culturali (sottolineata positivamente anche con un tweet dal premier Enrico Letta) di aperture straordinarie dei siti culturali in tutto il Paese.
«Questa vicenda dimostra quanto bisogna affrontare le questioni per tempo. Una situazione analoga c`è il Primo maggio: nasce da vecchi accordi sindacali, che nessuno è riuscito a scalfire più di tanto, e non permette l`apertura ordinaria in un momento di picco di visite. Bisogna lavorare non solo su eventi straordinari, che comunque apprezziamo, ma dobbiamo subito aprire un tavolo con i sindacati con l`obiettivo di superare queste rigidità».
I sindacati hanno risposto: ci abbiamo messo 15 minuti a firmare per aprire il 6 gennaio. Ma è evidente che esiste un problema di limiti di personale.
«E vero, esiste un problema legato al blocco del turnover e a un organico non più adeguato. Ma ci sono tante soluzioni che possono essere vagliate: personale a tempo determinato, contratti con terzi. Ci vuole flessibilità per garantire que- sta risorsa, per garantire l`apertura dei musei. Bisogna individuare le soluzioni possibili in base alla normativa vigente. Il Polo museale ha caratteristiche statutarie di grande autonomia, le possibilità ce l`ha. Spero che il ministero affronti il problema».
La soprintendente Cristina Acidini ha proposto di abolire la norma che stabilisce i tre turni di chiusura dei musei statali (i gennaio, 1 maggio e 25 dicembre) rendendo invece «obbligatorio» il servizio anche in quei giorni. «Non so se è una strada percorribile, ma io mi rendo subito disponibile a presentare una modifica a questa norma. Diciamo che è una delle strade possibili, forse in questo modo si potrebbe andare alla radice del problema. Speriamo di vedere l`adesione di Parlamento e governo a questa proposta. Ma dobbiamo partire da un dato di fatto: questo tipo di situazione non si può più ripetere. Con il supporto e la collaborazione di sindacati troviamo soluzioni. Quei 300 in fila non possiamo più vederli. Il problema è solo parzialmente la coda, frutto evidentemente di cattiva informazione, sono le porte chiuse».
Al Louvre però le chiusure per alcune feste (tra cui proprio il 31 dicembre e Capodanno) ci sono state…
«Non possiamo più permetterci di chiudere il Primo maggio, per Natale e Capodanno, non siamo in quelle condizioni. L`italia deve rafforzare la propria immagine di bellezza e ospitalità».

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