Andrea Marcucci non ne può più delle voci che lo dipingono con il trolley in mano, pronto a traslocare in Italia viva. Amareggiato e determinato a fare chiarezza, il presidente dei senatori del Partito democratico mette a tacere i «bugiardi» e assicura che è al lavoro per salvare Conte: «Comprendo i travagli del Movimento Cinque Stelle, però questa maggioranza è nata europeista. Non sarebbe accettabile se proprio l`Italia bloccasse il necessario processo di riforma del Mes».
Se mercoledì al Senato la maggioranza va sotto il premier deve dimettersi, come ha detto Renzi?
«Il governo non può non avere i voti su un passaggio centrale di politica estera. Ma Conte ce la farà».
Davvero lei lavora per far mancare i voti al governo?
«E una battuta? No, non è vero. Sono impegnatissimo a lavorare con i capigruppo perché i voti sulla risoluzione ci siano e la maggioranza ne esca persino rafforzata». Perché ha raccolto 25 firme contro Conte?
«Non erano contro Conte, ho scritto al premier perché 25 senatori del Pd me lo hanno chiesto. Sul Dpcm si è fatto un lavoro di buon senso, ma anche qualche errore».
Voleva far vedere che ha i numeri per far cadere il governo?
«Fantasie. La mia battaglia sui ricongiungimenti non è personale, è l`istanza di un gruppo con forti radici sul territorio. Mi auguro che Conte modifichi queste norme e mi stupisco che battersi perché chi vive nei piccoli Comuni possa andare a trovare un genitore, come a Roma o a Milano, sia visto come atto contro il governo. A me sembra di lavorare per il Paese».
Non è strano che ogni sua mossa per il Paese sia in sintonia con Renzi, prima che con Zingaretti?
«lo non lascio a Renzi il campo sulle istanze riformiste, se poi su alcune questioni c`è sintonia se ne facciano una ragione, è nel dna del Pd. Se uno critica il governo su un tema di buon senso e viene considerato un avversario, qualcosa non funziona. Ma non credo che Conte, con il quale ho parlato a lungo, mi consideri un avversario».
Nel Pd si pensa che lei sia la quinta colonna di Renzi…
«Sono allibito, chi lo dice è un bugiardo, che lo fa in modo falso e strumentale. Io sono un fondatore del Pd e ho visto andare via tanti, Rutelli, Bersani, Speranza, Renzi».
Non sta per traslocare in Italia viva?
«Mi dispiace, ma credo nel Pd e rimango a casa mia, più motivato che mai, mantenendo la barra dritta con tanti colleghi di Base riformista. Chi mette in giro altre voci forse non tollera posizioni diverse, ma questa è la democrazia parlamentare».
Il Pd le ha chiesto di lasciare la guida del gruppo?
«No, mai. Credo che Zingaretti, per il quale ho grande stima, voglia avere un gruppo che dà idee e indica una prospettiva. Forse qualcuno spera che io me ne vada, ma non credo Zingaretti».
Se Conte il 9 si salva chiederete il rimpasto?
«Abbiamo l`emergenza sanitaria, il Recovery, il Mes, i ristori, il Bilancio. Ne parleremo dopo. Qualche settimana fa in Aula chiesi a Conte con forza di valutare la sua squadra di governo e lo confermo. Non penso a un rimpasto, ma ad una assunzione di responsabilità».
Un passo indietro?
«No, quella fu la lettura dei malevoli. A Conte io sto chiedendo di cambiare passo».


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