Con Zingaretti ha appena avuto uno scambio di messaggi di chiarimento. Andrea Marcucci, il capogruppo dem al Senato, è finito nell`occhio del ciclone e sotto accusa nel Pd per il richiamo al premier.
Marcucci, lei è un renziano di complemento? Per questo in aula ha chiesto il rimpasto a Conte?
«Non sono a favore di un rimpasto come si dice voglia Renzi. Non sono renziano, ho la mia identità. Peraltro non condivido affatto la posizione di Renzi sul Dpcm. Ma ci vuole un chiarimento politico per garantire forza al governo. Non possiamo andare con un equipaggio incerto e criticato in balia delle onde. Occorre una guida sicura, una maggioranza forte e coesa che dia all`esecutivo le basi di autorevolezza sia nei confronti del Paese che della comunità internazionale e finanziaria».
Ma lei ha chiesto il rimpasto?
«No. Ho chiesto un`assunzione di responsabilità al premier. È intollerabile il clima politico di questi giorni in cui pezzi di maggioranza, anche in modo ostentato, hanno dato segnali di criticità. Come si può andare avanti così! E poi l`esecutivo deve coinvolgere il Parlamento molto più di quanto non sia accaduto fino a oggi». E allora ha insistito per una verifica?
«Ho chiesto a Conte di farsi carico lui di queste questioni con un maggiore coinvolgimento parlamentare a partire dalla legge di Bilancio. Invece che continuare ad ascoltare il chiacchiericcio sul rimpasto, ci dica cosa pensa».
Quel “Conte valuti se i ministri sono adeguati” da lei pronunciato, cosa significava?
«Una richiesta di assunzione di responsabilità, ripeto, da parte del presidente del Consiglio. Ci dica lui quale è il giudizio sulla squadra dell`esecutivo. Non sono tollerabili le voci su cambi di ministri, c`è bisogno di ascoltare la voce del premier».
Ma si riferiva alla ministra Lucia Azzolina e alle politiche sulla scuola?
«Degli errori di valutazione sulla scuola sono stati fatti. Però a noi oggi spetta affrontare i problemi. Gli errori li giudicheranno gli elettori. Noi abbiamo bisogno di ministri autorevoli che lavorino collegialmente, che abbiano una maggioranza solida alle spalle in una collaborazione stretta con il Parlamento, dove va aperto un tavolo con le opposizioni. Sia Conte a valutare se i ministri sono o meno adeguati».
Tuttavia critiche alla Azzolina arrivano anche dal vice segretario dem, Andrea Orlando.
«Personalmente ho avuto uno scontro frontale con la ministra Azzolina sul decreto scuola. Se il premier tuttavia ritiene che il migliore ministro possibile della Scuola sia Azzolina, ne prenderemo atto. I gruppi parlamentari vogliono un confronto serio. Faccio un esempio concreto. La ministra non ha voluto rinviare i concorsi per docenti nonostante la crisi pandemica. Ma le persone in quarantena, che a quei concorsi non possono partecipare, come li tuteliamo? Perché uno Stato di diritto non può consentire che quelle persone perdano l`occasione della loro vita».
Tra i dem c`è chi dice che lei non sia tanto il capogruppo del Pd ma il secondo di Italia Viva: lo sa? I senatori democratici vogliono la sua testa?
«So che alcuni strumentalmente lo dicono. Non hanno capito nulla di quello che è successo. Soprattutto ritengo che non mi conoscano. Quanto al mio incarico, è sempre per sua natura a disposizione. Cercherò un confronto aperto e serio».
Zingaretti ha preso le distanze da quello che lei ha detto in aula e già lo aveva fatto sulla sua proposta di un comitato di salute pubblica con l`opposizione.
«Io vivo da capogruppo sulla mia pelle le difficoltà di comunicare con l`opposizione. Ma è necessario, lo faccia Conte in primis».