“Siamo a un passo dalla formazione del governo ma non abbiamo ancora capito se sarà nelle sue intenzioni bloccare le grandi opere. Siccome la futura azione dell’esecutivo scaturirà esclusivamente da ciò che è scritto nel contratto, deduciamo che crescita e sviluppo non saranno nel programma di governo”. Lo dice il senatore e responsabile trasporti e infrastrutture del Pd Salvatore Margiotta.
“Sanno Salvini e Di Maio – prosegue Margiotta – che il comparto delle costruzioni ed il suo indotto valgono il 15% del Pil e se si bloccano si ferma l’Italia? Lo sanno che nessun grande Paese lo è davvero senza un’adeguata rete di infrastrutture? E che il Sud ha un gap infrastrutturale enorme da colmare, senza di che è velleitario e totalmente inutile parlare di Mezzogiorno? Lo ha spiegato Salvini alle piccole e medie imprese del Nord che il governo vuole bloccare gli investimenti pubblici che danno lavoro e reddito, per poter pagare il reddito di cittadinanza a chi non lavora? Se per Di Maio la decrescita infelice è il programma di governo, sorprende che Salvini sia disposto a sacrificare sull’altare della sua ambizione personale non gli interessi del Paese di cui, a ben guardare, sembra poco interessato, ma anche quelli del suo elettorato di riferimento”, così conclude Margiotta.