La Commissione darà parere negativo
‘L’Iva standard è una falsa semplificazione. E’ emerso, infatti, con chiarezza che le imprese italiane saranno chiamate a redigere fino a 13 dichiarazioni Iva (12 mensilità più una riepilogativa) con un innegabile aggravio degli adempimenti e con la perdita di alcuni elementi dell’ordinamento interno di particolare rilievo per le imprese’ Lo dichiara il presidente della Commissione Finanze del Senato Mauro Maria Marino al termine del ciclo di audizioni svolte per l’esame dell’atto comunitario sulla dichiarazione Iva standard.
‘Da un lato c’è un effetto finanziario negativo per il primo anno di applicazione in ragione dell’eliminazione del meccanismo dell’acconto Iva – continua – dall’altro l’impossibilità di abbinare la dichiarazione Iva al modello Unico. La Commissione si avvia a predisporre una risoluzione di indirizzo fortemente critico e di contrarietà per le parti in cui la proposta comunitaria aumenta gli oneri e gli adempimenti alla totalità delle imprese italiane. Per conservare l’obiettivo di semplificazione l’unica strada appare la limitazione della proposta Ue alle imprese che operano in più Stati membri. Il Senato – conclude Marino – prosegue nella sua attenzione massima alla fase ascendente come procedura significativa di partecipazione all’iter legislativo comunitario: nel caso specifico, del resto, l’Unione europea non sembra corrispondere alle attese e alle esigenze dei contribuenti e delle imprese italiane. Sono certo che il Governo italiano vorrà seguire il dossier IVA standard con la stessa attenzione con la quale ha operato la Commissione Finanze’.
‘Da un lato c’è un effetto finanziario negativo per il primo anno di applicazione in ragione dell’eliminazione del meccanismo dell’acconto Iva – continua – dall’altro l’impossibilità di abbinare la dichiarazione Iva al modello Unico. La Commissione si avvia a predisporre una risoluzione di indirizzo fortemente critico e di contrarietà per le parti in cui la proposta comunitaria aumenta gli oneri e gli adempimenti alla totalità delle imprese italiane. Per conservare l’obiettivo di semplificazione l’unica strada appare la limitazione della proposta Ue alle imprese che operano in più Stati membri. Il Senato – conclude Marino – prosegue nella sua attenzione massima alla fase ascendente come procedura significativa di partecipazione all’iter legislativo comunitario: nel caso specifico, del resto, l’Unione europea non sembra corrispondere alle attese e alle esigenze dei contribuenti e delle imprese italiane. Sono certo che il Governo italiano vorrà seguire il dossier IVA standard con la stessa attenzione con la quale ha operato la Commissione Finanze’.