‘Appare difficile comprendere il cambiamento radicale di rotta annunciato dal Presidente di Telecom, Bernabè sul progetto di scorporo della rete fissa’. Lo afferma il Presidente della Commissione Finanze e Tesoro al Senato Mauro Maria Marino, che chiede: ‘Come è possibile che il primo operatore europeo di tlc fisse per redditività (48%), primo per quota di mercato (65%), con il 100% del valore di mercato, che aveva rappresentato il progetto di scorporo come ‘vivificazione della foresta pietrificata’ del mercato, lo blocchi strumentalmente addossando la responsabilità alla decisione di Agcom che guarda ai soli prezzi dell’affitto delle reti in rame per il solo 2013?’ Quindi si rinuncia a un progetto così straordinario per 60 cent tagliati dall’Autorità a fronte di 17,8 miliardi di ricavi nel 2012?’
‘Tutto ciò – continua Marino – pare poco rispettoso delle Istituzioni: appena venti giorni fa il Presidente Bernabè in audizione al Senato della Repubblica affermava che il progetto ‘non ha precedenti nel panorama europeo’ ed è ‘un’operazione destinata a modificare radicalmente l’assetto competitivo delle telecomunicazioni italiane’. E ora si azzera tutto’. ‘Sostenere che ‘le incertezze introdotte dalle recenti decisioni dell’Agcom rischiano di comprometterne la fattibilità’, come ha fatto il cda Telecom, appare piuttosto un espediente per un’inopportuna pressione sull’Autorità indipendente di regolamentazione allo scopo di condizionarne le decisioni’.

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