“Il 25 aprile non è solo una celebrazione. Non per caso è la Festa della liberazione, non semplicemente della libertà. Ad intendere che per gli antifascisti italiani la libertà andava costruita in modo attivo. La grandezza di quella pagina di storia, nella quale affondano le radici la Costituzione repubblicana e il nostro sistema democratico, comporta doveri e responsabilità, oggi e in futuro. Il primo dovere è quello della memoria, senza non solo mescolare, ma anche semplicemente appannare i torti e le ragioni. La storia ha una sua verità che non potrà mai essere cambiata: che una sola era la parte giusta. Quella di chi ebbe il coraggio e la moralità di prendere le armi in nome della libertà e la democrazia contro l’ideologia totalitaria e violenta del nazifascismo. Quella di chi si batteva per impedire che un ebreo finisse nel campo di sterminio di Auschwitz, non certo di chi collaborava attivamente per mandarcelo”. Lo dice il senatore Andrea Martella, segretario del Pd Veneto.

“L’altro dovere – prosegue Martella – consegna il compito a tutte le istituzioni di riconoscere senza ambiguità, senza ritrosie, che la democrazia può continuare a crescere e a prosperare solo su un terreno fatto di valori comuni. Il 25 aprile deve essere quindi un giorno di festa per tutti, le polemiche politiche non devono trovare spazio. C’è però da auspicare chiarezza e rispetto della verità storica, riconoscendo non solo i guasti compiuti dal fascismo, ma anche il nesso inscindibile tra antifascismo e Costituzione repubblicana. E che quindi ogni forza politica, di ogni schieramento, non può che ritrovarsi pienamente, come avviene in altri grandi Paesi europei, all’interno di un perimetro antifascista. Perché è solo rimanendo coerenti con i nostri valori fondanti che potremo costruire un futuro migliore”.


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