“Discutere della non rieleggibilità allo scadere del secondo mandato di un sindaco o di un presidente di Regione – nel caso di Zaia sarebbe addirittura il terzo, in realtà il quarto visto che la legge regionale veneta è del 2012 – significa porsi sul terreno delicatissimo dei pesi e contrappesi che permettono a una democrazia di funzionare. La storia insegna che l’esercizio del potere può provocare il rischio di perderne il senso del servizio. Per questo, meccanismi che distribuiscono le funzioni e i compiti del potere tra più soggetti, affinché nessuno ne detenga troppo, consentono alle democrazie di funzionare. Troppo spesso, invece, si assiste a uno strapotere dei ‘governatori’, come vengono impropriamente chiamati. Troppo spesso le Giunte diventano luoghi di ratifica e i Consigli regionali perdono il ruolo che dovrebbero avere. Per questo, il limite dei due mandati per le cariche che elette direttamente dai cittadini esercitano un potere esecutivo, resta indispensabile, per mantenere un confine temporale e arginare la concentrazione dei poteri in un un’unica figura. Non può essere un singolo a detenere il potere, disponendone per un tempo illimitato. È regola universale degli ordinamenti democratici. Ogni comunità deve preparare le classi dirigenti del futuro. Se ha bisogno del ‘salvatore’ è perduta”. Lo afferma ik senatore Andrea Martella, segretario del Pd del Veneto, commentando la richiesta del presidente della conferenza Stato regioni, Massimilano Fedriga, di estendere il limite di mandato per gli organi di vertice degli enti territoriali a tre legislature.
Pubblicato il
in Affari Costituzionali, Comunicati Stampa, Stampa