«Il 9 maggio di 45 anni fa, dopo 55 giorni di prigionia, fu ritrovato in via Caetani il corpo senza vita di Aldo Moro, ucciso barbaramente dalle Brigate Rosse. La nostra Repubblica, la nostra democrazia gli sono debitori e noi abbiamo il dovere di ricordare la sua straordinaria figura di uomo di Stato. Per lui la Costituzione era il punto di approdo e convergenza delle culture che avevano portato l’Italia fuori dalla guerra e dalla dittatura fascista e che in sé ha gli anticorpi per difendersi e difenderci da sempre possibili recrudescenze totalitarie. I suoi pensieri rimangono scolpiti nelle nostre coscienze e ci aiutano ad orientarci in questi tempi così difficili e complessi. Che si parli di funzionamento delle istituzioni, dell’autonomia, dell’Europa, della prossimità a chi ha più bisogno, non c’è ambito di vita pubblica in cui un pensiero di Aldo Moro non faccia ancora la differenza per lungimiranza e capacità di visione. Ma il 9 maggio ricorre anche, purtroppo, la morte di Peppino Impastato ucciso per difendere il principio della legalità e combattere la prevaricazione della mafia. È la data in cui ricordiamo le vittime del terrorismo, è la data che a tutti noi ricorda quanto sia preziosa la democrazia e quanti hanno contribuito a realizzarla». Lo afferma il segretario regionale del Partito democratico del Veneto, Andrea Martella.
Pubblicato il
in Antimafia, commemorazione, Comunicati Stampa, Giustizia, Stampa