“Sono convinto che se alcune forze politiche avessero il coraggio di abbandonare la retorica ‘separatista’ e indipendentista, compresa l’ultima bizzarra proposta di differenziazione con l’introduzione dello studio del dialetto nelle scuole, il tema dell’autonomia differenziata troverebbe ampie convergenze anche tra le Regioni del Mezzogiorno”. Lo afferma in una nota il senatore Andrea Martella, segretario del Pd Veneto. Secondo Martella “per realizzare concretamente l’autonomia in modo responsabile e in una cornice di unità nazionale servono una legge-quadro nazionale con il pieno coinvolgimento del Parlamento, la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei fabbisogni standard, ed è necessario sgombrare il campo dalla richiesta di trattenuta del cosiddetto residuo fiscale, che aumenterebbe disparità e diseguaglianze. Infine, per essere credibile, l’autonomia, intesa come un processo, dovrà essere esercitata a partire da alcune materie attraverso cui migliorare la governance di alcune politiche pubbliche. Sicuramente non la scuola, che va eliminata dal tavolo della discussione, perché è stata la scuola a unificare l’Italia e la sua frammentazione aumenterebbe le disparità e i divari. Per il Veneto parliamo di sostegno alle imprese, lavoro e formazione professionale. La bozza del ddl Calderoli, quindi, così non va bene e dovrà essere profondamente modificata per attuare pienamente – conclude – il principio di sussidiarietà e rafforzare la coesione sociale”.


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