Interrogazione del senatore e del gruppo Pd a Palazzo Madama
Cosa intende fare il ministro Urso per “garantire l’effettiva e rapida ripresa delle attività produttive ed occupazionali negli stabilimenti Ex Ilva di Taranto, di Genova Cornigliano e Novi Ligure”, considerando che l’ipotesi prospettata dalla bozza di Piano industriale presentata il 29 aprile a Palazzo Chigi dal commissario straordinario “prefigura ricadute occupazionali per circa 4-5.000 esuberi, per non parlare dei 1.700 lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria già oggi in esubero, nonché un ridimensionamento dei livelli produttivi da 8 a 6 milioni di tonnellate annue di acciaio”. E’ quanto chiede il senatore del Pd Andrea Martella al ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, con un’interrogazione sottoscritta dal gruppo del Pd a Palazzo Madama.
“Nel corso dell’incontro – ricostruisce l’interrogazione – i sindacati sono stati informati della possibilità di sbloccare ulteriori risorse pari a circa 150 milioni di euro, aggiuntive rispetto ai 150 milioni di euro già messi a disposizione dei Commissari per un totale, considerando anche il possibile prestito ponte dell’Ue, di circa 620 milioni di euro, del tutto insufficienti per attuare il Piano prospettato, che comunque prefigura un forte ridimensionamento produttivo ed occupazionale. Per questo chiediamo al ministro Urso se non ritenga ancora validi i contenuti dell’intesa con i sindacati e dell’Accordo sottoscritto nel 2018 e quali misure intenda adottare per garantire l’effettiva ripresa produttiva degli altoforni Afo 1 e Afo 2, indispensabili per consentire un effettivo incremento degli attuali livelli di produzione di acciaio. Chiediamo inoltre se non ritenga opportuno che il Piano industriale sia preventivamente concordato con i sindacati, le imprese dell’indotto e le istituzioni locali, anche per garantire la bonifica dell’area di Taranto e la transizione ecologica degli impianti. A Urso chiediamo inoltre cosa intenda fare per favorire il passaggio degli stabilimenti ad una proprietà con uno o più soci industriali in grado di investire risorse per l’effettivo rilancio della produzione e dell’occupazione degli stabilimenti siderurgici”.