“Con questo decreto legge che il Senato approva definitivamente e che il gruppo del Pd sostiene con convinzione viene definito con chiarezza il concetto di sicurezza pubblica e la sicurezza urbana diventa a tutti gli effetti un bene pubblico, strettamente collegato al miglioramento della qualità della vita della città. E’ un provvedimento che indica le cose da fare: riqualificazione urbanistica, sociale e culturale, recupero delle aree degradate, promozione della cultura della legalità, con un’agenda precisa a partire da un ruolo accresciuto dei sindaci e dalla maggiore precisazione delle competenze tra Stato e città in materia di sicurezza urbana”. Lo dice il senatore Claudio Martini, vicepresidente vicario del gruppo del Pd, che ha parlato in dichiarazione di voto per i dem.
“I sindaci – prosegue Martini – avranno più poteri, in particolare sugli orari della somministrazione degli alcolici e dell’apertura delle sale da gioco. Viene migliorato l’assetto istituzionale del governo della sicurezza urbana, evitando le incertezze nelle competenze e la sovrapposizione di ruoli. Viene riconosciuto il ruolo della polizia locale nella sicurezza integrata, un ruolo non di serie B ma a contatto diretto con i cittadini. Vengono istituiti nuovi strumenti di prevenzione e repressione contro l’occupazione abusiva dei luoghi pubblici e gli atti vandalici, tra cui l’arresto differito. Lo sforzo è quello di collegare meglio la prevenzione e la repressione, con lo scopo di evitare che valga la logica della paura, irresponsabilmente alimentata da alcuni soggetti politici, sociali, mediatici. Non si risolve il problema della sicurezza con l’inasprimento progressivo delle pene, né con i muri, né tantomeno con l’autodifesa armata. A questo serviranno i patti per la sicurezza. Si torna a parlare con più attenzione delle periferie, sia geografiche che sociali. Si rilancia il tema di un rapporto costruttivo tra Stato e autonomie locali – conclude Martini – nella prospettiva di un riformismo che cresce dal basso”.


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