‘All’ennesimo annuncio fatto oggi dal ministro Lorenzin di un decreto per l’applicazione della legge 40, come ha già fatto nei giorni scorsi nell’audizione alla Camera, vogliamo rispondere che non c’è bisogno di un decreto per l’applicazione della legge, come dimostra la delibera della Regione Toscana che la ministra prende come scusa per imporre un decreto che rischia di riaprire un dibattito ideologico. Sarebbe auspicabile e doveroso invece che il ministro emanasse le Linee guida, le ultime risalgono al 2008, come ribadito dalla sentenza della Consulta, le sole che possono armonizzare l’applicazione della sentenza stessa su tutto il territorio nazionale’. Lo afferma la senatrice del Pd Donella Mattesini della commissione Sanità del Senato.
‘La scelta della ministra -continua – ci sembra nascondere una volontà ben precisa che va verso il superamento dell’anonimato, tant’é che riferisce di un parere del Comitato etico del 2011 e fa l’elenco dei paesi europei dove non esiste l’anonimato del donatore tra cui Austria, Germania, Olanda, Svizzera, Finlandia, Svezia omettendo però di dire che questi paesi hanno avuto leggi eugenetiche. A questo proposito vogliamo invece ricordare che nel mondo che oltre il 90% dei Pesi garantisce l’anonimato così come anche previsto dalle Direttiva europee recepite con i decreti legislativi n.191/07 e 16/10 che prevedono un rigoroso anonimato nella donazione’.

‘Se si fosse proceduto – sostiene Mattesini – all’applicazione della sentenza della Consulta e quindi alla definizione delle Linee guida della legge 40, che prevedono l’approvazione con DM previo parere del Consiglio superiore della Magistratura sentite le competenti commissioni parlamentari, non sorgerebbe il dubbio della strumentalizzazione dei i temi indicati per bloccare la piena applicazione della sentenza, riaprendo un dibattito tutto ideologico che rischia di non rispondere alle richieste concrete di tante coppie che desiderano un figlio’.

‘Basta con le furbizie, il gioco delle tre carte su temi così importanti non è tollerabile. Gli strumenti per far camminare le leggi ci sono, applicarle spetta al ministro e auspichiamo che lo faccia al più presto’, conclude Donella Mattesini.

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