“La conclusione dell’indagine sulla prostituzione minorile con un documento approvato all’unanimità che ne recepisce i contenuti più sensibili e ne individua i percorsi di intervento è un passaggio significativo per affrontare concretamente un dramma che segna negativamente le vite di tante bambine e bambini e tanti giovani ragazze e ragazzi”. Lo afferma la senatrice Donella Mattesini, capogruppo Pd in commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza e relatrice del documento approvato in commissione.

“L’indagine – spiega Mattesini – ha evidenziato come il fenomeno della prostituzione minorile abbia un profilo complesso con altrettante sfaccettature e interessi legati anche alla criminalità organizzata. Nel nostro Paese un fenomeno in costante aumento, in particolare tra i maschi, che vede diminuire sempre di più l’età del minore vittima di sfruttamento sessuale anche a causa dell’uso del web. Un minore che ha spesso alle spalle famiglie fragili o apparentemente capaci di accudirlo ma  che invece veicolano messaggi distorti legati all’apparire e al denaro e che, anche involontariamente, avviano il minore verso la prostituzione. E non per ultimo, anzi in serio aumento per l’immigrazione, l’allarme sulla prostituzione legata alla tratta di cui sono spesso vittime minori soli o non accompagnati. Un quadro preoccupante che deve vedere in un’azione sinergica di forte contrasto le istituzioni nazionali e locali a cominciare da un coinvolgimento dei ministeri competenti, in particolare quelli della Giustizia, degli Interni, delle Politiche sociali, della Scuola e della Salute, soprattutto per la formazione e coformazione delle figure professionali coinvolte

“Un’azione – aggiunge la senatrice PD – che deve svolgersi su tre piani d’intervento: la prevenzione, la repressione e il percorso d’accoglienza e recupero del minore alla dignità umana e sociale. Nel campo della prevenzione accanto ad un serio e forte sostegno alla genitorialità  è necessario avviare una campagna permanente per una contraccezione capillare sul territorio rafforzando presidi fondamentali quali i Consultori familiari e la scuola. Spesso Il primo fattore di rischio per i minori consiste proprio nell’ignoranza e nella totale trascuratezza delle più elementari misure della tutela della salute.  In materia di repressione si deve senz’altro agire sul Codice Penale nella criticità del patteggiamento semplice. Per i percorso d’accoglienza, invece, occorre prevedere una rieducazione dell’autore del reato, quando minore, garantire un’accoglienza psicologica al minore e alla famiglia durante tutto il percorso di rieducazione, prima e dopo l’iter giudiziario e  per i minori non accompagnati o che non possono rientrare in famiglia occorre prevedere comunità con personale specificamente preparato per questo tipo di assistenza”.

“Alla base di tutto questo percorso – sottolinea Mattesini – è però necessaria un’assunzione di responsabilità da parte degli adulti in grado di per superare il pregiudizio a volte vede come consenziente o disponibile i minori che in realtà vengono deprivati della loro soggettività e utilizzati come strumenti finalizzati a soddisfare bisogni di clienti affetti da evidenti forme di devianza sessuale. I fatti di cronaca purtroppo testimoniano  la pericolosità di questo pregiudizio che spesso impedisce un recupero totale alla vita della vittima di sfruttamento sessuale”, conclude la senatrice PD.


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