‘La sottrazione internazionale dei minori è un fenomeno crescente, per diverse concause che lo alimentano, a partire dall’aumento consistente di matrimoni o di convivenze binazionali, prodotte dall’incremento dei flussi migratori. Queste unioni sono spesso caratterizzate da un’elevata conflittualità legata alle differenze socio-culturali e religiose, che inducono, nei casi più estremi, alla sottrazione del figlio da parte di uno dei due genitori allo scopo di trasferirlo nel proprio Paese di origine’. Lo dice Donella Mattesini, capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza e presentatrice di una mozione sul tema, nel suo intervento al Convegno sul tema ‘Quanti bambini italiani ci sono sparsi nel mondo?’ in corso presso la Biblioteca Camera dei Deputati Palazzo San Macuto (Sala del Refettorio).
‘Le modalità di sottrazione – spiega Mattesini – sono diverse e gli strumenti convenzionali nati da accordi internazionali quali la Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia (1989) e la Convenzione dell’Aja (1980) sugli ‘Aspetti civili della sottrazione Internazionale dei minori’ adottata in Italia nel 1994, ed altre, risultano deboli in particolare per i tempi insostenibili dell’iter giudiziario e per le frequenti interpretazioni strumentali sulla materia che regola le eccezioni al rimpatrio del minore sottratto. Inoltre non è meno significativo a questo riguardo l’assenza della ratifica di quasi tutti i paesi di origine islamica e dei Paesi dell’estremo oriente.
‘Nella mozione, sottoscritta da numerosi colleghi del Pd e di altri gruppi parlamentari, chiediamo al governo un salto di qualità nell’impegno sulla materia. Soprattutto – sottolinea Mattesini – su alcuni punti derimenti di ogni intervento. Innanzitutto sosteniamo la necessità dell’aumento della pena prevista per il reato di sottrazione e l’ammissibilità di misure captative e della stessa custodia cautelare; la promozione di un Fondo dedicato al gratuito patrocinio per le vittime di sottrazione; la definizione di nuovi trattati bilaterali anche con gli Stati non aderenti alla Convenzione dell’Aja; la possibilità di sanzioni verso i Paesi inadempienti agli obblighi derivanti dalle Convenzioni; l’elaborazione di un protocollo di intesa sulle iniziative da intraprendere da diramare a tutte le ambasciate italiane ; l’intensificazione del controllo alle frontiere affinché non vengano sottratti minori nonostante divieti giudiziari di espatrio attraverso frontiere ed aeroporti Italia’.
‘E in ultimo, ma non per importanza – prosegue –  la necessità di superare la bipartizione di competenze tra Ministero della giustizia e Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, tramite l’istituzione di un Comitato interministeriale per la sottrazione dei minori, diretto dal Garante per l’infanzia, che coordini l’attività da svolgere in ogni singolo caso e che ricopra il compito di autorità centrale dello Stato, così come definita dalla Convenzione de L’Aja’.
‘E comunque – conclude Mattesini – un punto da cui partire prima di arrivare a contenziosi giudiziari resta sempre la mediazione familiare transfrontaliera’.

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