“Approvando questa mozione, noi chiediamo che siano promosse e rafforzate la tutela dei diritti e la parità di genere, i diritti umani delle donne e delle ragazze e il loro empowerment in tutti i settori, il loro rafforzamento, la loro forza”. Lo dice la senatrice Giuseppina Maturani, vice presidente del gruppo Pd, firmataria della mozione trasversale sul contrasto al fenomeno del matrimonio forzato.
“Le spose bambine – sottolinea Maturani – sono bambine cui sono sottratti nell’età più vulnerabile tutti i diritti: il diritto all’infanzia, al gioco, alla spensieratezza, all’istruzione, alla possibilità di scegliere, di amare, di decidere della propria vita e del proprio corpo. Schiave di padri prima, di mariti, ma anche di suocere e cognate poi. Un fenomeno che interessa anche il nostro Paese, dove i dati, pochi e non ufficiali, parlano di 2 mila ragazze, costrette a sposarsi spesso ritornando nei Paesi d’origine. Molti gli impegni internazionali sottoscritti in questi anni ultimi in ordine di tempo la risoluzione adottata dall’Onu Il 18 dicembre 2014, che è stata definita «storica» da osservatori e da esperti del settore e la risoluzione del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite del luglio 2015 per la messa al bando dei matrimoni precoci e forzati”.
“Ma questa mozione – sostiene Maturani – chiede di più, un impegno politico e culturale per scardinare il principio secondo cui i diritti di una donna, di una bambina, di una minore, delle minoranze etniche valgono meno del diritto di altri. Chiede che la politica scelga l’imperativo categorico dell’etica e di continuare l’impegno internazionale per riuscire ad ottenere la fine di un fenomeno che imprime violenza sul corpo delle bambine e ne segna la vita per sempre, determinandone anche in molti, troppi casi, la morte. Chiede che nessuno si volti dall’altra parte dinnanzi ai bambini nati da queste unioni violente, perché saranno uomini e donne di domani destinati ad una vita precaria ed infelice. Ancora di più chiede al nostro Paese di dotarsi di una normativa nuova che prenda atto che l’altrove oggi è qui”.
“Una mozione – conclude Maturani – che interpella le nostre coscienze e il nostro senso delle istituzioni e della politica come servizio alla società umana tutta”.