“Nella foga di apparire ambientalista, pur in un governo che predica il contrario e che con il capogruppo al Senato di FDI è addirittura negazionista dei cambiamenti climatici, il ministro Pichetto Fratin, al festival Green&Blue, da per certa la chiusura delle centrali a carbone in Italia entro il 2025 o anche prima, peraltro citando solo le due centrali di Civitavecchia e Brindisi e ignorando le due centrali presenti in Sardegna, del Sulcis (Enel) e di Fiumesanto (EPH).
Quindi delle due l’una: o il Ministro è debole in geografia e per lui la Sardegna non fa parte del Paese, oppure dovrebbe spiegare come sia possibile chiudere le centrali a carbone esistenti nell’Isola.
L’arrivo del cavo di Terna è ottimisticamente previsto non prima del 2027, data che in realtà non potrà essere rispettata a causa della lunga lista d’attesa nella produzione di questi cavi.
In secondo luogo non ci sono certezze dell’arrivo in Sardegna del metano, fondamentale nella transizione energetica italiana e europea, ma bloccato da fattori politici e giuridici di cui sono responsabili la Regione Sardegna quanto il governo.
In questo contesto quanto dichiarato dal Ministro appare del tutto impossibile da realizzarsi e si riduce a pura propaganda. Se quanto egli afferma si avverasse, ai Sardi resterebbe solo l’uso del fuoco per il calore e delle candele per l’illuminazione.
Nel caso in cui invece il Governo volesse occuparsi di tutto il Paese, occorre un netto cambio di passo. Al momento, la conseguenza della cancellazione della Sardegna dalla cartina geografica del Governo e dell’insipienza della Giunta Regionale è che le aziende e gli investitori non sanno come orientarsi e conseguentemente rinviano, quando non vi rinunciano del tutto, gli investimenti, spesso con effetti irreversibili.
Il danno per l’economia sarda è di tutta evidenza gravissimo”. Così i parlamentari sardi del Pd Marco Meloni e Silvio Lai.


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