‘Non sono preoccupato di eventuali effetti immediati e concreti sui lavoratori italiani in Svizzera. Adesso il governo svizzero dovra’ ridiscutere con la Ue, ed entro tre anni cambiare i trattati sulla libera circolazione, ma non la vedo come una cosa immediata. E’ chiaro però che è un voto che ha una sua dose di xenofobia e di disagio sociale’. Cosi’ Claudio Micheloni, senatore del Partito Democratico eletto nella cirocoscrizione Europa, residente in Svizzera e presidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero, commenta, con Labitalia, il si’ della maggioranza dell’elettorato elvetico al referendum contro l’immigrazione di massa in Svizzera. Un voto che coinvolge direttamente il nostro Paese, che, tra l’altro, conta decine di migliaia di lavoratori trasfontalieri che fanno i ‘pendolari’ tra l’Italia dove risiedono e il Canton Ticino, dove lavorano. ‘Specie il voto in Canton Ticino – sottolinea Micheloni – e’ una risposta alla situazione di dumping sociale creatasi con la presenza dei lavoratori transfontalieri italiani, questo è indubbio’. A preoccupare di più Micheloni e’ pero’ altro. ‘Ieri ho visto in tv il presidente dell’Udc il partito della destra che ha promosso il referendum, ed era molto a disagio: credo -sottolinea- che neanche lui si aspettasse questo risultato. Non vorrei però – conclude – che il voto fosse un segnale di quello che potrà accadere alle elezioni europee, con una Europa che si richiude in se stessa, nella paura della crisi, con il crescere di forze anti-europeiste’.

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