«Nessuno mi ha avvertito, mi chiedo a cosa serva, se a Renzi serva avere una commissione militarizzata…».Alla fine Corradino Mineo è stato rimosso dalla commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, dove Renzi si gioca tutto per tutto per l`abolizione del Senato. Mineo, democratico della corrente Civati, aveva mandato sotto il Pd sull`ordine del giorno che avrebbe dovuto accompagnare il testo del governo sulla riforma. Accadeva un mese fa. Per questo era stato chiamato dal capogruppo dem Luigi Zanda che lo aveva invitato ad avere senso di responsabilità, dal momento che in commissione lo scarto tra maggioranza e minoranza è proprio di un voto. Mineo reagisce a caldo: «Non possono sostituirmi così, io non ci sto». Mineo, ha già parlato con Zanda?
 «Non ho parlato con nessuno, non ho avuto nessuna comunicazione».
Ma scusi, come l`ha saputo?
«Me l`ha detto il collega Walter Tacci, che a sua volta l`aveva saputo da altri… Ripeto, non ho avuto alcuna comunicazione ufficiale».
Però era stato avvertito?
«Non so nulla, non mi hanno detto nulla, non comprendo. È un autogol, un errore politico, bisognava sbloccare la commissione per portare avanti le riforme. Come possono pensare il Pd e il governo di fare in questo modo dei passi avanti?».
Cosa farà?
«Ci penso, vorrei vedere le motivazioni, dal momento che Zanda ancora non mi ha
chiamato. A me sembra che la situazione sia grave ma non seria».
Non crede che questo scontro poteva essere evitato?
«Se Renzi avesse avuto la pazienza di starci a sentire, la riforma l`avrebbe portata a casa. Il governo non ha invece tenuto in nessun conto il dibattito parlamentare. Ci si è irrigiditi sul testo del ministro Boschi. Se non l`avesse fatto avrebbe incassato l`appoggio dell`opposizione, dei parlamentari 5Stelle e in particolare dei fuoriusciti grillini che hanno firmato i nostri emendamenti per il Senato elettivo.
E avrebbe avuto il consenso anche di parte di Forza Italia».
Dopo la sostituzione di un altro dissidente da parte dei Popolari per l`Italia, ovvero Mario Mauro, lei continuava ad essere sempre l`ago della bilancia in commissione?
«Ma il punto è che non si può pensare di fare una riforma costituzionale 15 a 14, con un voto di scarto».
Ha definito il governo ‘dilettanti’?
«Può anche darsi che Maria Elena Boschi abbia capito di avere fatto un errore con quel testo. E quindi si prepari a una marcia indietro e abbia chiesto la mia testa in commissione come diversivo».