Ho già inviato al capogruppo Luigi Zanda la mia dichiarazione di voto in dissenso. Non me la sento di approvare questo disegno di legge’. Corradino Mineo, ex direttore di RaiNews24, oggi senatore democratico, domani sarà uno (probabilmente l`unico nel Pd) a votare contro l`istituzione del comitato dei 40 che dovrà riscrivere la Carta.
Cos`è che non la convince?
Indipendentemente dal merito della vicenda, io credo che dopo quello che è successo il 2 ottobre (la fiducia a Letta con retromarcia di Berlusconi, ndr) sia poco serio e poco credibile continuare a dire che stiamo facendo le riforme con il Pdl: nel Pd non ci crede più nessuno.
Ma nessuno dei suoi colleghi pare intenzionato a votare contro.
Ci sarebbe una vasta area che ragiona come me, ma c`è una prassi inerte che porta i senatori a non differenziarsi, perché se no cade il governo.
Lo chiede Napolitano.
Ha teletrasportato la politica del `76 ai giorni nostri. Le larghe intese nascondono il conflitto, non creano confronto.
Sulle riforme costituzionali, però, una ampia maggioranza è necessaria. Come si fa?
Io non ho paura del semipresidenzialismo in sè, il problema è con chi lo fai e con quali pesi. Se questa legge viene approvata con i 2/3 non finisce il mondo. Ma dire che possiamo farlo con il Pdl è una bugia. Berlusconi sta provando a passare come una statista, ma solo nella misura in cui risolvono i suoi guai personali.
Come se ne esce?
Rifacendo la legge elettorale e tornando ognuno alla propria strada. Ho fatto la stessa domanda ai 4 candidati al congresso del Pd. La pensano come me: aboliamo il porcellum e finiamola con le larghe intese. Il resto è un`operazione destituita di ogni credibilità.