Il prossimo cda sarà eletto con la vecchia legge, con o senza riforma il governo manterrà il controllo della Rai
«Vuole la verità? Il nuovo cda sarà eletto quasi certamente
con la legge Gasparri». Così sostiene Corradino Mineo, senatore critico del Pd.

Perché prevede che finirà così, Mineo?

«Mi sembra che si vada in questa direzione. E d`altra parte la
riforma pensata dal governo è una legge Gasparri con poteri ancora
maggiori attribuiti all`amministratore delegato di nomina governativa.
E continuerà lo spoil system».
 
Cosa c`è che non va nella riforma?


«Oggi dovresti dare alla Rai più autonomia dal governo. Dovresti
garantire all`azienda il tempo di costruire una vera politica culturale.
La riforma della Rai pensata da Renzi, invece, attribuisce ancora
più potere all`esecutivo. Sotto questo aspetto, peggiora persino
la legge Gasparri».
Lei pensa che il ritardo della
riforma sia dovuto alla volontà del premier di mantenere
la lottizzazione?

«Guardi, per Renzì forse è meglio
nominare il cda con la Gasparri. Ma in ogni caso, con la riforma o
senza, il governo manterrà il controllo
assoluto della Rai. E poi…».
 Dica.

«Matteo ha un progetto rivoluzionario, sul quale non sono d`accordo.
Lui pensa che tutte le riforme – quella della Rai, della pubblica
amministrazione, della scuola, del fisco, del lavoro – debbano essere
delle deleghe totali al governo. Il quale governo si riassume in
una persona, il premier eletto con un ballottaggio che esercita il controllo
militarizzato sull`unica-Camera rimasta. Lui ritiene che solo
così, con un uomo solo, si salvi l`Italia. Io penso di no».

Lei come salverebbe la tv pubblica?

«Negli ultimi venticinque anni c`era il duopolio Rai-Mediaset. Ecco,
devi innanzitutto pensare a una riforma complessiva di tutto il
sistema, non solo dì viale Ma77ìni. E poi scusi, oggi ci sono tre Rai: una
di servizio, quella commerciale di Rail e quella delle Regioni. Tutte
e tre non si reggono, almeno separiamo le funzioni in modo che si
sappia cosa si spende, per che cosa e che prodotto si offre ai cittadini».

E invece Renzi?
«Temo che voglia usarla come
uno strumento di potere. Per esempio sarebbe molto popolare
abolire o ridurre drasticamente il canone, ma così le tre Rai fallirebbero.
Oppure può essere utile togliere il tetto pubblicitario alla
Rai, danneggiando le tv di Berlusconi per indurlo così a tornare al
tavolo del Nazareno…».