‘Il premier non può passare il tempo a spianare gli avversari, bisogna che cominci a fare le riforme’
«Se ci fosse nell`emendamento del governo il 10% di quello che Renzi ha promesso in Direzione lo voterei, certo che lo voterei». Corradino Mineo, senatore dem, ha ingaggiato con Renzi molti scontri. Oggi potrebbe non partecipare al voto di fiducia sul Jobs Act, così come gli altri civatiani Walter Tocci, Felice Casson, Lucrezia Ricchiuti. Ma Mineo, e gli altri, si riservano ancora un margine: «Deciderò all`ultimo momento, considerando anche cosa faranno le correnti di Bersani e D`Alema».
 Mineo, e se invece nel maxi emendamento non c`è nessuna modifica di sostanza?
 «Se fosse così, allora deciderò di conseguenza. Potrei anche dimettermi dal Senato o andare al gruppo misto, non me l`ha mica ordinato il medico… almeno non sarò uno che ha fallito come tanti».
Quali sono quindi le sue critiche di merito?
«Credo che a questo punto bisognerebbe dire a Renzi: basta. Basta con le drammatizzazioni. Il premier ha assicurato: ‘Non temo gli agguati’, ma noi non siamo gente che fa agguati. È un modo di fare insopportabile».
E dove porta?
«Renzi nasconde la difficoltà con queste continue sparate, per cui un giorno assalta Mineo, un altro Bersani, domani si vedrà… Bersani voleva dare battaglia sulla legge elettorale, la vera partita, e Renzi lo attacca in anticipo su un terreno a lui favorevole. Nell`immediato si rafforza, ma non vedo la prospettiva».
 In definitiva lei cosa farà in aula?
 «Pur avendo un segretario del Pd e un premier molto bravo nello scontro politico contingente, bisogna dirgli: ‘Non puoi passare di battaglia in battaglia e spianare gli avversari’. Bisogna che cominci a riformare un po`, che faccia qualcosa per questo paese. E poi ci vuole un segno di vita della sinistra».
 Però non ha ancora deciso?
«Il problema non è mio personale. Ho cercato di far diventare le cose che penso patrimonio di un`area. Voglio confrontarmi con le altre correnti di minoranza. Come giustificano l`atto della fiducia. Se dicono ‘subiamo’ perché non vogliamo la crisi oppure cosa».
 La minoranza dem si è divisa e contano per lei le posizioni delle altre correnti?
 «Certo. Si fa un percorso insieme. È quanto è accaduto sulla riforma del Senato, in cui a opporci tra le file dem eravamo in 14. Non è che c`è un incontro di boxe Renzi contro Mineo. Nell`ultima direzione dem ha fatto un intervento per fare imbestialire Bersani e D`Alema, poi ha promesso la luna. Magari ci fossero le tutele per i lavoratori non tutelati. Saremmo d`accordo tutti, ci mancherebbe».