“La relazione della Commissione Antimafia sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel gioco legale e illegale contiene molte proposte per promuovere la legalità e invita il governo e la Conferenza Stato-Regioni a dare seguito al lungo lavoro svolto, dando il via libera al riordino del settore dei giochi, traducendo in un decreto ministeriale l’accordo Stato-Regioni, come previsto dalla legge di stabilità del 2015. Senza criminalizzare tutta la filiera, bisogna fare molto di più per aumentare legalità e trasparenza, regolamentando meglio e diminuendo sia la domanda che l’offerta di gioco. E’ chiaro che bisogna pensare, in prospettiva, anche ad una riduzione delle entrate dello Stato dal gioco d’azzardo. Questo scorcio di legislatura può e deve servire a varare una nuova norma di riordino del settore”. Lo dice il senatore Franco Mirabelli, capogruppo del Pd nella Commissione Antimafia, intervenuto nell’Aula del Senato.
“Tutte le inchieste – prosegue Mirabelli – mostrano l’interesse della criminalità per il gioco, con il tentativo spesso riuscito di infiltrarsi nel gioco legale. Molto è stato fatto con la legge di stabilità 2015, fissando le prime norme per il riordino e agendo per diminuire sia la domanda che l’offerta di gioco. Ma non basta. Senza una norma di riordino che dia regole e responsabilità, diventa difficile garantire legalità in un settore segnato da un grande sommerso e dalla criminalità, con le attività di riciclaggio, usura e non solo. Si può rendere operativa la norma per diminuire subito del 30% le slot machine e toglierle dai bar e dai ristoranti, regolamentare le sale, agire meglio contro le ludopatie. Se le Regioni e il governo recepissero questa relazione, sarebbe davvero importante. L’Antimafia propone di aumentare le condizioni ostative per le società e per i concessionari, di incrementare e migliorare i controlli con banche dati e migliore coordinamento tra le forze dell’ordine, di aumentare le pene per poter utilizzare le intercettazioni. Attrezzarsi per regolamentare il gioco online è poi la prossima sfida, perché la rete è più permeabile al malaffare e alla criminalità organizzata, servono strumenti investigativi nuovi e lo sforzo di tutta l’Ue per costruire nuova normativa sovranazionale”.