“La storia e la morte del poliziotto Roberto Antiochia e di Ninni Cassarà è anche la storia della solitudine di chi combatteva la mafia a Palermo in quegli anni. Saveria Antiochia, la mamma di Roberto, ha capito che in assenza di una grande mobilitazione di popolo difficilmente sarebbe stato possibile sconfiggere le mafie e per questo ha speso la vita per sensibilizzare ed educare alla legalità. E’ una storia molto attuale. Viviamo in un momento in cui le mafie sono radicate e pericolose, ma suscitano poco allarme sociale, con il rischio che non ci sia la giusta attenzione e che le difese necessarie per contrastarle siano abbassate”. Lo ha detto Franco Mirabelli, capogruppo del Pd nella Commissione Antimafia e vicepresidente dei senatori dem, al convegno organizzato al Senato dal gruppo dem in collaborazione con Libera al Senato e con l’associazione Saveria Antiochia, per la presentazione del libro di Jole Garuti “Nel nome del figlio. Saveria Antiochia, una madre contro la mafia” (Melampo), al quale hanno partecipato Alessandro Antiochia, Don Ciotti, Antonino Di Matteo,

“Il lavoro di sensibilizzare, spiegare, educare alla legalità – ha proseguito Mirabelli – è sempre più importante. Non bastano gli investigatori e non bastano neanche le buone leggi, se non c’è la cultura della legalità e la consapevolezza della pericolosità della mafia. Non servono le parolacce quando si parla di un mafioso. Serve più attenzione nel togliere l’acqua: si doveva evitare di aumentare a 150 mila euro il tetto per gli affidamenti diretti negli appalti e di cancellare il sistema di tracciabilità dei rifiuti”.


Ne Parlano