“Molti di noi questa mattina hanno visto il video sul sito di Repubblica, una grande testata nazionale, che mostra due persone che fingendosi giornalisti hanno inseguito il direttore del tg1, facendo affermazioni gravi e con un comportamento al limite dell’intimidazione. Guardando quel video è chiarissimo che i protagonisti, le persone che si sono spacciate per giornalisti, sono dipendenti del gruppo del M5s al Senato. Al di là del fatto che non ci permettiamo di giudicare insindacabile Orfeo, sappiamo che ci sono strumenti, come la Commissione di Vigilanza Rai, il cui presidente è Roberto Fico esponente del M5s, per porre questioni sulla correttezza dell’operato del direttore del tg1. Al di là del dubbio gusto di iniziative di questo genere, credo che la cosa più grave sia che dipendenti di un gruppo parlamentare, pagati dai cittadini, si fingano ciò che non sono e facciano cose che non rientrano nelle loro funzioni, quelle per cui sono pagati da questa Camera e quindi dai cittadini”. Lo ha detto il senatore del Pd Franco Mirabelli, prendendo la parola nell’Aula del Senato.
“Chiedo al Presidente del Senato – ha continuato Mirabelli – di porre la questione al Consiglio di Presidenza, per valutare se sono ammissibili comportamenti di questo tipo e se non sia opportuno ricorrere alle sanzioni per evitare che i soldi degli italiani vengano utilizzati per finanziare iniziative che nulla hanno a che fare con il funzionamento dei gruppi parlamentari, né con le funzioni dei collaboratori che dovrebbero sostenere e assistere il lavoro legislativo e ispettivo dei senatori. Chiedo al Presidente di segnalare al Consiglio di Presidenza la necessità di riunirsi per impedire che episodi di questo genere possano ripetersi e venga ristabilito un codice di comportamento minimo per chi riceve soldi pubblici, su come deve assolvere le proprie funzioni, tra le quali non rientra certo lo spacciarsi per chi non si è, l’aggressione verbale a chicchessia e soprattutto l’idea di esercitare la critica in modo trasparente, nelle sedi istituzionali, ma in piazza e con l’inganno”.